Il fatto
15.12.2025 - 13:30
La Corte d'Appello di Roma ha riconosciuto importati sconti di pena ai componenti del sodalizio criminale capeggiato dalla famiglia De Rosa, che gestiva un'importante piazza di spaccio nella zona tra viale Kennedy e via Londra. Accogliendo la tesi sostenuta dal collegio difensivo, composto dagli avvocati Oreste Palmieri, Emilio Siviero, Sandro Marcheselli e Massimo Frisetti, i giudici hanno smontato la tesi della pubblica accusa: quella capeggiata da Giulia De Rosa detta Cipolla non era un'associazione per delinquere dedita al traffico di stupefacenti, ma attiva nello spaccio di lieve entità, sulla base di quanto documentato dall'indagine della Squadra Mobile di Latina.
Riqualificando i reati contestati, la Corte d'Appello ha rideterminato le pene per gli imputati, stabilendo cinque anni di reclusione per Giulia De Rosa (anziché 16), cinque e due mesi per il figlio Cesare (invece di 15 anni e 8 mesi), mentre quattro anni, un mese e dieci giorni per il figlio Cristian (anziché 13 anni e mezzo), tre anni e un mese per Francesca De Rosa, due anni e un mese per Rosaria De Rosa, due anni e un mese per il marito di quest'ultima Massimo Cavallaro, tre anni e un mese per Giulia e Anna Bevilacqua, due anni e venti giorni a Giovina Di Silvio, tre anni e undici mesi a Leonardo Sciarrillo De Rosa, due anni a Marco Maddaloni.
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