La celebrazione
26.12.2025 - 18:00
Come previsto dalla Bolla di indizione del Giubileo 2025, sabato 28 dicembre si terrà la celebrazione di chiusura a livello diocesano. A Latina, il vescovo Mariano Crociata presiederà la Santa Messa alle ore 18.00 nella Cattedrale di San Marco, concelebrata dal clero della diocesi.
Nei giorni scorsi, lo stesso Crociata ha invitato presbiteri e diaconi a organizzarsi «in modo da rendere possibile la piena partecipazione di tutte le parrocchie», disponendo l’esonero dall’obbligo di celebrare nelle singole comunità e chiedendo di informare i fedeli di questa indicazione. L’obiettivo è favorire una partecipazione ampia e unitaria alla celebrazione conclusiva dell’Anno giubilare.
La Messa del 28 dicembre rappresenterà anche un momento di restituzione del cammino compiuto nel corso del Giubileo. In particolare, come annunciato dal vescovo, sarà l’occasione per rendere conto dell’opera segno scelta dalla diocesi: la partecipazione al progetto di microcredito promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana denominato “Mi Fido di Noi”. Grazie a questa iniziativa, famiglie e persone del territorio diocesano potranno usufruire di un sostegno concreto per affrontare e superare situazioni di difficoltà economica, in una logica di prossimità e responsabilità condivisa.
Durante la celebrazione, il vescovo Crociata consegnerà inoltre ai fedeli la Lettera pastorale “Attirerò tutti a me”, documento con cui intende raccogliere e sintetizzare il senso dell’anno di grazia vissuto dalla diocesi di Latina. Nella Lettera, il presule propone una riflessione che nasce dall’esperienza del Giubileo e guarda al futuro della comunità ecclesiale.
«A giubileo concluso, viene spontaneo tentare un bilancio e chiedersi che cosa ne possiamo e dobbiamo trarre», scrive Crociata. Una riflessione che, come sottolinea il vescovo, è legata alla qualità dell’essere credenti e alla trasmissione della fede, due dimensioni profondamente connesse tra loro. La missione, ricorda, non è mai impersonale o puramente tecnica, ma nasce da un’esperienza vissuta, capace di diventare testimonianza concreta e “contagiosa” per chi entra in contatto con essa.
La celebrazione del 28 dicembre si configura dunque come un momento di sintesi e rilancio: non solo conclusione formale del Giubileo diocesano, ma anche occasione per rinnovare l’impegno della comunità cristiana nel segno della fede vissuta, della solidarietà e dell’attenzione alle fragilità, nel solco del cammino tracciato durante l’Anno giubilare.
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