Armi, droga e infiltrazioni mafiose, le sfide dei Carabinieri
Il bilancio dell'Arma nelle parole del colonnello Angelillo: il largo consumo di stupefacenti questione sociale, alimenta l'economia criminale e i conflitti tra sodalizi
«È stato un anno veramente intenso. Credo che abbiamo dato delle importanti e opportune risposte in termini di contrasto e preventivi nell’ambito dell’intera provincia». Stilando un bilancio del lavoro svolto dall’Arma dei Carabinieri nel 2025, il colonnello Christian Angelillo non ci tiene a snocciolare dati, ma focalizza l’attenzione sugli aspetti centrali del lavoro svolto e sulle criticità del territorio.
Il pensiero va alla città di Aprilia, dove l’infiltrazione della mafia locale nell’amministrazione comunale svelata da un’indagine dei Carabinieri ha portato al commissariamento dell’ente. Doveroso poi il parallelismo con Terracina, dove una più recente operazione ha documentato l’elevato tasso di infiltrazione di diverse famiglie legate alla camorra napoletana. «I reati contro la pubblica amministrazione devono rappresentare un orizzonte operativo per la forza di polizia e soprattutto devono rappresentare un orizzonte culturale - ha commentato il comandante provinciale - La legalità è un motivo di crescita e di sviluppo per una comunità, è la precondizione».
Ricordando la sparatoria, consumata sempre ad Aprilia, che ha interessato due militari liberi dal servizio, Angelillo ha affrontato due temi caldi che emergono dall’attività di contrasto dei reati. Ossia l’ampia diffusione di armi e droga. «Girano armi, girano tante armi, perché fanno parte di una strategia di contrapposizione o di conflitto tra gruppi criminali che hanno quasi come esclusivo obiettivo quello del traffico dei rispettivi stupefacenti - ha osservato il colonnello - Possiamo impegnarci quanto vogliamo nel reprimere ogni rete di traffico, di distribuzione, ma l’impegno è culturale. Rileviamo una crescente domanda di stupefacenti che attraversa trasversalmente ogni ceto, non è più un atto di emarginazione o di isolamento, abusare di stupefacenti, ormai è la sostituzione o la ricerca di una vita giovanile duratura. Questo determina un mercato, una domanda e anche un’offerta di stupefacenti che in questa provincia è veramente elevata. Più elevata è, più questo mercato è proficuo, più gli interessi della criminalità e di chiunque vuole arricchirsi attraverso questo traffico illecito aumenta, più aumentano i conflitti tra chi vuole gestire questo traffico. È una dinamica abbastanza chiara, una dinamica di mercato e sociale».
Altro tema delicato è la coesistenza di più forme di criminalità organizzata. «Queste forme di incidenza che non sono più occasionali, ma sono stabili presenze - evidenzia Angelillo - E su questo noi siamo impegnatissimi con la Procura, con il Procuratore e con la Prefettura. In questo senso i procedimenti interdittivi antimafia servono a evitare che imprese riconducibili alla criminalità organizzata possano operare in questo territorio». Un processo per salvare l’economia dagli interessi illeciti, garantendo la leale concorrenza. Quindi, dalla droga all’economia, il passaggio è veramente evidente e chiaro.
Il comandante provinciale ha poi sottolineato il decremento della delittuosità, con un calo importante dei reati che deve essere considerato il risultato delle attività di prevenzione e contrasto dei reati, sebbene la percezione di insicurezza dei cittadini sia determinata dall’utilizzo di modalità criminali allarmanti come l’utilizzo di esplosivi. Oltre a fronteggiare i fenomeni criminali più gravi, l’Arma dei Carabinieri ha continuato a dedicarsi con impegno anche a quei reati che mettono a rischio la sicurezza dei cittadini, come la violenza di genere che impiega il 60% circa delle risorse quotidianamente.
«Vigilare su chi è vittima di maltrattamenti o violenza - ha spiegato Angelillo - significa anche accompagnarla presso i centri anti violenza, significa anche prendersi cura di quella libertà sottratta e come poterla restituire». C’è poi l’impegno per contrastare il cyberbullismo e in particolare il fenomeno delle truffe ai danni degli anziani, quest’ultimo alimentato dall’azione di gruppi organizzati. Sul fronte della lotta al caporalato invece l’azione di controllo è costante e continua: dopo la morte di Satnam Singh le forze di polizia del territorio pontino hanno sperimentato una metodologia diventata un esempio a livello nazionale.
L’Arma dei Carabinieri guarda al futuro potendo contare anche su un importante rafforzamento del personale, che ha già contato sull’arrivo di 95 militari.