Annullata quasi tutta l'ordinanza di demolizione per l'hotel Grotta di Tiberio di Sperlonga: il Tar ha accolto il ricorso presentato dal legale rappresentante della società, Aldo Erasmo Chinappi, suocero dell'ex comproprietario della struttura, il sindaco Armando Cusani. Tra i rilievi mossi, una dura critica all'operato dell'ufficio comunale, che non avrebbe proceduto a effettuare una propria istruttoria e avrebbe invece «acriticamente» acquisito una relazione di sei anni prima, redatta da un consulente esterno all'amministrazione.
Al centro della contesa, delle opere che sarebbero state realizzate in difformità dei permessi di costruire del 2004 e del 2005. Vicende per le quali la vicenda penale si è conclusa con la sentenza del 7 ottobre 2014 della Corte d'Appello, poi confermata dalla Cassazione tranne che per le statuizioni civili, che in riforma della sentenza di primo grado ha revocato anche l'ordine di demolizione di alcuni abusi in relazione anche alla prescrizione del reato. Nel 2017 è arrivato l'ordine di demolizione, ma l'istruttoria degli uffici non ha convinto affatto il Tar.
«Il Comune di Sperlonga, inspiegabilmente, anziché procedere sulla base degli elementi forniti dalle sentenze (...) in via autonoma a una revisione critica in autotutela dei titoli legittimanti la struttura in argomento, si è limitato a emettere un ordine di demolizione sulla base dell'acritica acquisizione di una relazione risalente a sei anni prima, redatta da un consulente non appartenente all'amministrazione, al di fuori dell'esercizio dei poteri amministrativi di vigilanza e repressione degli abusi edilizi». Si tratta della relazione effettuata a seguito del decreto di ispezione emesso dal sostituto procuratore della Repubblica di Latina nel 2011.
L'ordinanza di demolizione è stata quindi pressoché annullata nella sua totalità. Resiste solo l'ordine di demolizione per la tamponatura con pannelli di vetro della tettoia, perché sarebbe stato necessario un permesso di costruire.