La storia delle palazzine incompiute di via Tevere si arricchisce di un nuovo capitolo, che vede il Comune di Lariano destinatario di un decreto ingiuntivo da oltre due milioni di euro, presentato da una società creditrice di una ditta fallita che stava realizzando le palazzine in questione.
In particolare, una società si è rivolta al Tribunale di Velletri per chiedere di vedersi pagare dall'ente la somma di 2.101.140,29 euro - oltre interessi al tasso legale sulla sola sorte capitale decorrente dal 14 dicembre 2001, fino all'integrale soddisfo -: si tratta di una cifra che una banca aveva prestato alla società fallita con un mutuo ipotecario per la costruzione delle palazzine, finite nelle mani dell'ente nel 2003, quando l'amministrazione guidata da Raffaele Montecuollo decise di acquisirle a patrimonio pubblico dopo il fallimento della società. In particolare, il Consiglio comunale annullò l'accordo di programma e incamerò i beni realizzati con un diritto di superfice derivante da una convenzione datata 1987.
In questo quadro, però, nonostante tutti i ricorsi contro l'acquisizione dei beni siano stati respinti, il Comune non è mai riuscito a farsi cancellare l'ipoteca su quelle palazzine: di conseguenza, ecco che i creditori della società fallita sono tornati a battere cassa, con l'ente che - attraverso una delibera di Giunta di recente approvazione - ha deciso di difendersi, impugnando il decreto ingiuntivo e affidando la pratica a un avvocato del Foro di Roma.
Tra l'altro, non si può dimenticare che c'è un'altra richiesta economica - stavolta da 12 milioni di euro (più otto e mezzo di interessi, ndr) - che grava sul municipio: si tratta di quella presentata al Tribunale di Latina nel 2014 dalla curatela fallimentare della società quale indennizzo per la revoca della convenzione urbanistica.