Si fa luce sul mistero dell'uomo trovato vicino ad un posto medico di Lavinio con le gambe spezzate la notte del 30 luglio scorso e trasportato d'urgenza al Pronto Soccorso dell'Ospedale Riuniti di Anzio e Nettuno dove è stato immediatamente curato. Un caso intricato, soprattutto a causa del ferito, un uomo macedone di 46 anni già noto dalle forze dell'ordine, che si è rifiutato fin da subito di parlare con gli inquirenti cosa che ha insospettito gli agenti che hanno pensato che fosse stato aggredito perché invischiato in qualche faccenda compromettente visti anche i suoi precedenti. La Polizia ha immediatamente acquisito le immagini della videosorveglianza delle attività di Lavinio, dopo l'uomo era stato visto l'ultima volta. Testimoni, e le immagini stesse, hanno accertato che il macedone si era allontanato con tre uomini. Chi ha assistito alla scena ha creduto che fosse portato via da alcuni moldavi contro la sua volontà e questo ha aperto numerosi scenari di indagine, dall'usura fino ad arrivare all'estorsione, viste le particolare fratture riportate dall'uomo che potevano essere anche compatibili con un'azione punitiva. Le indagini sono proseguite serrate e alla fine la verità è emersa: l'uomo non è stato aggredito, ma si è rotto le gambe da solo nel tentativo di fuggire da un appartamento che aveva tentato di svaligiare. Ora l'uomo dovrà rispondere di questo reato. Adesso gli uomini del Commissariato di Polizia di Anzio e Nettuno stanno cercando i suoi complici, ripresi dalle telecamere, che sarebbero proprio quegli uomini che hanno preso il macedone fuori da un locale di Lavinio prima che l'incidente si verificasse.