Ormai è cronaca quotidiana, ma proprio per questo è un fatto eccezionale l'emergenza incendi subito a sud di Terracina, tra Fondi, Itri e Lenola. Una tregua tra domenica e ieri è arrivata grazie alla pioggia, giunta a macchia di leopardo, ma la stagione estiva che si chiude coi rientri di migliaia di turisti nell'ultimo weekend, continua a far registrare ferite al patrimonio boschivo. Un colpo al cuore lo ha ricevuto il Monte Chiavino, in piena area protetta, nel Parco dei Monti Ausoni. Una zona a protezione speciale (Zps) dalla valenza naturalistica di grande rilievo, devastata da un incendio di quattro ore. Come sempre encomiabile il lavoro a terra svolto dai vigili del fuoco, dai carabinieri forestali e dalle squadre di protezione civile, nello specifico i vigili del fuoco in congedo di Lenola. Il Dos, arrivato da Gaeta, ha immediatamente attivato elicotteri regionali e Canadair che si sono dati da fare fino a quando, alleata provvidenziale, non è arrivata la pioggia, che ha contribuito a spegnere le fiamme.

Ma il danno è ingente. E la mano con tutta probabilità dolosa. Sono stati trovati due inneschi, uno all'interno di una pineta, l'altro in campo aperto. Il Monte Chavino non subiva incendi da almeno dieci anni, fanno sapere i volontari dei vigili del fuoco in congedo di Lenola. Garantisce un ecosistema delicato. Qui nidificano il nibbio, il falco pellegrino, le poiane. Sempre domenica, non è mancato il lavoro tra Fondi e Itri, dove dalle 22 ha ripreso a bruciare l'area di macchia mediterranea ai bordi della strada di collegamento tra i due Comuni. Intenso il lavoro a terra delle squadre dei vigili del fuoco, coadiuvati dai volontari dei Falchi pronto intervento, dall'Eri di Itri e dai cacciatori della zona, con l'Azienda faunistica Fra Diavolo. Sul posto la polizia stradale per gestire la viabilità e i carabinieri forestali. Le associazioni ambientaliste invocano misure di prevenzione e piani di lungo respiro.

Intanto, arriva l'appello di un'altra associazione ambientalista, dopo quello di Legambiente. «Dal 25 Luglio sono trascorsi 37 giorni. In 37 giorni Fare Verde Fondi ha registrato sul territorio 32 incendi. La media è spaventosi». Così l'associazione ambientalista torna a farsi sentire, lanciando un grido d'allarme alle istituzioni. I 37 giorni sono trascorsi dal 25 luglio quando l'associazione «ha presentato una proposta, che non è stata nemmeno lontanamente presa in considerazione». Ovvero «la convocazione di una riunione straordinaria in Comune per coinvolgere le forze dell'ordine, i carabinieri forestali, la Polizia Municipale, i vigili del fuoco, i Falchi di pronto intervento, abilitati all'attività antincendio, ma anche i direttori dei Parchi regionali ricadenti sul nostro comprensorio, la protezione civile, le associazioni ambientaliste e di volontariato, i comitati». Fare Verde ricorda anche di segnalare, denunciare, «fornire le indicazioni necessarie per localizzare l'incendio è fondamentale». «Fare Verde non ha alcuna intenzione di aggiornare questa orribile "Mappa del fuoco"», concludono. «Siamo di fronte ad eventi criminosi, i cui responsabili vanno assicurati alla Giustizia».