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La sentenza

Braccianti sfruttati, arriva la condanna dalla Corte di Cassazione

L'operazione condotta nel 2014 dalla Squadra Mobile di Latina

Braccianti sfruttati, arriva la condanna dalla Corte di Cassazione

La condanna adesso è diventata definitiva. Due imprenditori agricoli pontini sono stati condannati, insieme ad un indiano ritenuto - secondo le indagini condotte dalla Squadra Mobile  - l'intermediario, alla pena di un anno e otto mesi per due coniugi titolari di una azienda agricola tra Latina e Sabaudia. Erano stati gli investigatori della Squadra Mobile, a scoprire il sistema nelle campagne dell'Agro Pontino. Era stata una delle primissime inchieste relative allo sfruttamento dei braccianti agricoli e dalle dichiarazioni rilasciate dalle parti offese, era emerso che gli stranieri entravano in Italia illegalmente pagando settemila euro per un contratto fittizio e che dopo che gli veniva sottratto il passaporto, subivano dei ricatti per avere la regolarizzazione e continuare a lavorare.  Gli imputati erano stati condannati il 27 novembre del 2014 scegliendo il rito abbreviato dal gup del Tribunale di Latina e avevano impugnato la sentenza andando in Corte d'Appello. "Nella qualità di datori di lavoro di alcuni stranieri compivano atti idonei diretti in modo non equivoco a farsi corrispondere la somma di 6mila euro - aveva scritto il pubblico ministero Marco Giancristofaro nel capo di imputazione - rappresentando con condotte minacciose che, in caso contrario, non avrebbero restituito i documenti e li avrebbero cacciati dal lavoro". Nelle motivazioni che sono state depositate relative al ricorso davanti alla Suprema Corte, i giudici Filippo Casa e Domenico Fiordalisi "Il giudizio di colpevolezza in relazione era stato raggiunto in forza delle dichiarazioni delle parti offese considerate precise e circostanziate e confermate anche da una conversazione registrata tra un imputato e uno straniero da cui si evincevano dei toni intimidatori".

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