Un «no» secco a qualsiasi impianto connesso al trattamento e allo stoccaggio dei rifiuti.

È questo il grido che si leva dalla voce di Stefano Giammatteo, presidente dell'Aspal, l'Associazione dei produttori agricoli del Lazio, che già nel 2014 aveva osteggiato il precedente progetto per la ex cava di Lazzaria, ma anche quello legato alla produzione di biogas a Colle Rosso.

«Nella zona di Lazzaria, ma anche nei terreni che si trovano tra Velletri, Aprilia, Lanuvio e Cisterna - spiega Giammatteo - ci sono aree con coltivazioni di pregio e non possiamo permetterci questo tipo di impianti. La legge nazionale impone che la Regione, la Città metropolitana e gli enti locali individuino aree idonee per discariche e altri impianti, tenendo conto delle certificazioni di qualità, delle coltivazioni, degli agriturismi. E in queste zone ce ne sono tantissimi».

Giammatteo, nel suo intervento, ci tiene a sottolineare come il problema non sia solo legato alle produzioni agricole, ma ci sia anche la criticità - su queste pagine evidenziata in tempi non sospetti, ndr - connessa con la presenza delle falde e delle sorgenti di Carano e Giannettola. «Non si può accettare una discarica dove c'è l'acqua che approvvigiona centinaia di migliaia di cittadini - ha aggiunto il presidente dell'Aspal -. E non possiamo dimenticare come in quell'area di Velletri ci siano un maneggio di carattere internazionale e un'azienda vitivinicola di grande pregio, la ‘Omnia Romana', conosciuta in tutto il mondo e visitata spesso anche dal presidente tedesco Angela Merkel».

Chiaramente, essendo la cava di Lazzaria ricadente nel territorio di Velletri, è a quelle istituzioni che Giammatteo si rivolge con forza: «Credo che sia necessaria la convocazione d'urgenza di un Consiglio comunale straordinario. Devo poi ricordare che nel 2015, con voto unanime, la stessa assise deliberò che il Comune non avrebbe mai accettato la realizzazione di impianti di trattamento dei rifiuti nel suo territorio. Come già accaduto in passato, se ci sarà una conferenza dei servizi in Regione, noi consegneremo una copiosa documentazione con allegati i nomi delle aziende e le loro certificazioni di qualità ricadenti nel territorio limitrofo alla cava. La consegneremo anche al Comune, che ne è già in possesso grazie agli atti acquisiti dalla Commissione speciale sui rifiuti operativa nel 2015».

Insomma, gli agricoltori sono pronti alla battaglia per difendere il territorio dalla possibile realizzazione della discarica di Lazzaria.