Gina Cetrone e l'ex marito Umberto Paglioroli hanno impugnato l'ordinanza di custodia cautelare che li ha portati in carcere con l'accusa di estorsione con l'aggravante del metodo mafioso. Questa mattina a Roma davanti ai giudici del Tribunale del Riesame è prevista la discussione: anche Armando Lallà Di Silvio, ha presentato ricorso avverso il provvedimento cautelare firmato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma Antonella Minunni sulla scorta delle indagini condotte dalla Squadra Mobile di Latina e dall'Antimafia. A dare sostanza all'impianto accusatorio - secondo gli inquirenti - ci sono le dichiarazioni molto coerenti, rilasciate dai due collaboratori di giustizia e da riscontri di altra natura. Gina Cetrone che nel corso dell'interrogatorio di garanzia aveva parlato per oltre due ore davanti al magistrato, aveva respinto le accuse. Il suo legale, l'avvocato Lorenzo Magnarelli, ha presentato ricorso e oggi il caso sarà discusso insieme anche a quello dell'ex marito Umberto Pagliaroli, detenuto in carcere a Frosinone. Il suo legale, Cesare Gallinelli, nei giorni scorsi aveva presentato una richiesta di misura meno afflittiva per l'incompatibilità del suo assistito con il regime carcerario e il giudice aveva nominato un consulente, un medico che doveva accertare la compatibilità dell'indagato con il carcere. Pagliaroli - ha ribadito anche il suo legale - ha iniziato da diversi giorni, subito dopo l'arresto lo sciopero della fame e ha perso diversi chili. Sarà discussa oggi a Roma anche la posizione di Armando Lallà Di Silvio, difeso dagli avvocati Oreste Palmieri e Luca Giudetti.
A Roma
Operazione Scheggia, oggi al Riesame il ricorso di Gina Cetrone e di Pagliaroli
Latina - L'accusa contestata è quella di estorsione con il metodo mafioso