L'intervista
20.12.2025 - 12:00
Roberto Casalino torna dopo tre anni alla Loggia dei Mercanti di Sermoneta. Il suggestivo borgo lepino è pronto ad accogliere oggi alle ore 18.30 il cantautore di Latina. In scaletta 22 canzoni che emozioneranno il pubblico riverberando nell’atmosfera natalizia.
«Un concerto intimo - spiega l’artista, che abbiamo intervistato - dove i brani vengono portati alla radice e mi diverto anche a riarrangiarli e reinterpretarli. Con me, alla tastiera Michele Amadori, alla chitarra Simone Sciamanna e al violino Leandro Tokarevski».
In questi tre anni che cosa è cambiato?
«Ho affrontato esperienze positive e negative, nel frattempo mi sono sposato e questo fa sì che si ripercuota in modo positivo sia nella scrittura di nuove canzoni, che nelle interpretazioni di quelle passate. La voce poi diventa veramente un modo per esprimere quello che provi e mi rendo conto che, quando sono contento il giorno di un concerto, ciò si percepisce. Se sono triste anche la mia voce vibra in modo diverso, ma in questo periodo sono contento, per cui mi aspetto un concerto in cui la mia voce vibrerà in quella direzione».
Tra le novità, le cinque canzoni composte per il nuovo album ‘Sono un grande’ di Tiziano Ferro.
«Nel concerto proporrò in versione acustica quella che dà il titolo al disco, un po’ lontana dall’originale. So già che mi emozionerò perché le canzoni nuove mi fanno questo effetto, devo prenderci un po' confidenza. Il titolo è nato quasi per scherzo, avevamo scritto questa canzone e a un certo punto Tiziano mi dice “Sai, però io qui vorrei proprio dire che alla fine se ce l'ho fatta può essere un caso, ma può anche darsi che sia perché uno è grande, no?”, e io gli ho risposto: “Guarda, scriviamolo, chi se ne frega”. In realtà la canzone lo spiega benissimo. Certo, da fuori chi si ferma a leggere, all’apparenza ‘Sono un grande’ è come dire ‘Chi ti credi d'essere?’. Sembra una cosa un po’ spavalda, in realtà è un riconoscersi dei meriti, ogni tanto bisogna darsi una pacca sulla spalla. Se nonostante tutte le vicissitudini sei ancora vivo, in senso universale, forse vuol dire che un po’ te lo meriti, che un po’ sei un grande, te lo sei guadagnato. Quindi, dato che non siamo abituati a dircelo, almeno né io né lui, questa canzone è proprio un monito verso noi stessi, ma anche verso chi non lo fa».
Perché la scelta del matrimonio? Come l’ha commentata Tiziano?
«Abbiamo deciso con mio marito Emanuele di sposarci, per quanto non ci conoscessimo da tanto tempo, perché sentivamo questa necessità e non perché avessimo bisogno di ufficializzare la nostra unione. Per le coppie omosessuali questa è stata una grande conquista da un punto di vista giuridico, riconoscendo l’assistenza a una persona per la quale tu divieni importante, per tutelarla. Con Tiziano ci abbiamo scherzato su. Quando gli ho comunicato che mi sarei sposato mi ha detto: “Ma chi te lo fa fare? Non hai visto a me com'è andata a finire?”. In realtà sappiamo perfettamente che ogni relazione è a sé, con un suo percorso. Tiziano mi è stato vicino, è stato uno dei miei testimoni, così come io lo sono stato per lui, è stato bello celebrare un momento così solenne avendolo al mio fianco insieme a tanti altri cari amici. So che anche in questa mia nuova avventura personale mi sarà accanto, camminiamo mano nella mano sia professionalmente che soprattutto da un punto di vista di amicizia ormai da ben trentadue anni».
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