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L'intervista

Edmondo Cirielli: "Campania e Lazio corrano insieme"

Il deputato di Fdi: infrastrutture e mobilità interregionale uno snodo decisivo per la crescita di entrambi i territori

Edmondo Cirielli: "Campania e Lazio corrano insieme"

Edmondo Cirielli

I rapporti di “vicinato” tra Lazio e Campania. Quest’ultima va al voto nel fine settimana. Il candidato presidente del centrodestra Edmondo Cirielli spiega quanto sia importante il dialogo e il confronto tra i due territori.

Onorevole Cirielli, nelle sue proposte insiste molto sul tema delle pensioni minime. Perché questo punto è così centrale nel suo programma?
«Le pensioni minime sono un’emergenza sociale. In Campania ci sono circa 150.000 persone che vivono con l’assegno minimo e spesso rappresentano l’unica entrata stabile di un’intera famiglia. Questo non accade in tutte le regioni: in Lombardia, ad esempio, nella stessa casa può esserci più di una pensione minima e figli e nipoti con lavoro stabile. Da noi capita l’opposto: un solo pensionato mantiene figli precari e nipoti disoccupati. Io credo che sia eticamente doveroso intervenire. E si può fare. Altre regioni lo fanno già: il Piemonte, l’Abruzzo e persino De Luca lo ha fatto in passato. Esistono strumenti normativi e risorse del Fondo Sociale Europeo che consentono un’integrazione economica per chi è davvero in difficoltà. Noi vogliamo riconoscere ai pensionati minimi almeno 100 euro al mese in più. Nessuno deve restare indietro»


Passiamo al tema del condono edilizio del 2003: lei rivendica una battaglia storica. Perché riproporlo oggi?
«Perché è un’ingiustizia che dura da oltre vent’anni. Nel 2003 il Governo Berlusconi approvò un condono nazionale. Tutte le regioni italiane lo applicarono… tranne la Campania. La giunta di centrosinistra dell’epoca decise di non recepirlo, e la Corte Costituzionale definì quella scelta una “prepotenza” ai danni dei campani. Ma quando il giudizio arrivò, i termini erano ormai chiusi. Risultato: gli unici italiani impossibilitati a sanare la propria abitazione sono stati i campani. Parliamo spesso di famiglie che hanno costruito per necessità, non per speculazione, e che da allora vivono con la paura di un’ordinanza di demolizione. Io considero questa situazione un’ingiustizia intollerabile. Ho presentato più volte proposte di legge per rimediare. e sarò presidente, farò ciò che la sinistra non ha mai voluto fare: restituire ai campani ciò che è stato negato loro».

Il centrosinistra, però, accusa il condono di essere uno strumento che favorisce l’abusivismo e mette a rischio il territorio. Come risponde?
«Intanto chiarisco una cosa: noi vogliamo recepire una norma nazionale già esistente. Non stiamo inventando nulla. E vogliamo farlo con criteri chiari, tutelando ambiente e zone a rischio. Non parlo certo di case costruite nei letti dei torrenti o nelle aree soggette a frane. Ma chi ha costruito un immobile su un terreno edificabile, o in un’area non pericolosa, perché non dovrebbe avere gli stessi diritti dei cittadini del resto d’Italia? In Campania ci sono migliaia di famiglie lasciate in un limbo per una scelta politica che la Corte Costituzionale ha giudicato sbagliata. Riparare a un torto non significa favorire l’illegalità: significa ristabilire equità».

Uno dei temi più sentiti dai cittadini è la sanità. Lei denuncia tempi di attesa insostenibili e migliaia di persone costrette a curarsi altrove. Cosa propone per affrontare questa crisi?
«È assurdo dover aspettare anche un anno per una TAC. È inaccettabile doversi spostare fuori regione per cure che dovrebbero essere garantite qui. E non lo dico io: lo dicono i numeri. La Campania è prima per emigrazione sanitaria e ultima per capacità di presa in carico. Noi vogliamo dimezzare le liste d’attesa e potenziare gli ospedali. Come? Con investimenti mirati, con un’organizzazione più efficiente e con una gestione basata sul merito. Abbiamo professionisti straordinari che spesso emigrano al Nord perché qui lavorano in condizioni impossibili. Dobbiamo mettere fine al sistema dei primari elettorali, alle scelte clientelari, ai manager nominati per appartenenza politica e non per competenza. Il cittadino campano deve potersi curare nella sua regione, in tempi rapidi e con strutture all’altezza».

Lei collega spesso pensioni, sanità e condono a un messaggio più politico: perché chiede ai campani di votare il 23 e 24 novembre?
«Perché questa è una scelta che riguarda la dignità dei cittadini, il loro presente e il loro futuro. Sanità, pensioni, casa: sono temi che toccano la vita quotidiana delle persone. Io mi candido per dare soluzioni, non per elencare problemi. Chiedo ai campani di votare perché cambiare è possibile: basta non lasciare che altri decidano al posto nostro. Il centrosinistra ha governato questa regione per vent’anni e ha lasciato drammi irrisolti. È il momento di una svolta».

In che modo pensa di attrarre investimenti e nuove opportunità occupazionali nelle aree di confine tra Campania e Lazio, garantendo vantaggi concreti sia per i cittadini campani sia per quelli del basso Lazio?
«La Campania era la seconda regione per abitanti, adesso è diventata la terza. Questo perché tanti giovani in particolare, che studiano, crescono e si formano qui poi vanno altrove. Non hanno trovato le opportunità giuste. Ecco, noi su questo dobbiamo lavorare, bisogna investire sulla Campania, attrarre i talenti, i cervelli, non farli andare via. Trattenerli e attrarli. Compito di chi Governa è appunto costruire queste condizioni».

Uno dei temi spesso discussi è il coordinamento tra regioni confinanti. Quali iniziative intende proporre per rafforzare la collaborazione tra la Campania e il Lazio, in particolare con il basso Lazio, su infrastrutture, trasporti e sviluppo economico?
«Lazio e Campania sono vicine. Quel che dicevo prima, sulle persone che sono andate via, una parte di loro si è trasferita nel Basso Lazio, nelle province di Latina e Frosinone. Questo evidentemente perché lì hanno trovato quel che in Campania non trovano. Molti campani, poi, vanno nel Lazio per le cure, per la sanità. Tutto questo mostra un malcontento, un malfunzionamento del sistema che da anni è legato al potere instaurato dal centrosinistra. E oggi, ancora una volta, il centrosinistra ripropone quell’accordo di potere. Noi vogliamo invece dare alla Campania e ai suoi abitanti l’opportunità di liberarsi da un sistema che non funziona, garantendo finalmente servizi adeguati. Io credo poi che Campania e Lazio debbano dialogare costantemente su infrastrutture e trasporti, in particolare, perché la vicinanza geografica lo impone. E una filiera di governo tra Stato e Regioni Lazio e Campania potrebbe essere l’occasione che questo territorio attende da anni».

Quanto sarà importante e “pesante” politicamente il risultato della Campania a livello nazionale?
«La vittoria mia a del centrodestra sarà importante soprattutto per i campani».

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