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L'evento

Nicola Piovani emoziona il D’Annunzio

Un viaggio tra cinema, miti, musica. Un ritorno del maestro atteso ed emozionante

Nicola Piovani emoziona il D’Annunzio

Terzultima serata di Lievito con una serata emozionante, un ritorno atteso: Nicola Piovani, Premio Oscar nel 1999 per la colonna sonora di ‘La vita è bella’ di Benigni


“Celebriamo i 10 anni di Lievito con il concerto di Nicola Piovani - dice il direttore artistico Renato Chiocchia - e rilanciamo la rassegna, che è stata possibili realizzare anche ai tanti sponsor che hanno sostenuto l’iniziativa”

Un grande applauso accoglie il maestro, che inizia a raccontare pezzi della sua carriera, proprio come una “nota a margine”


“Note a margine è un titolo per quelli come me che scrivono le note su margini dei libri - dice Nicola Piovani - Sono note aneddotiche marginali. lo facciamo anche sugli spartiti. Ho chiesto aiuto a Milo Manara un amico che mi ha dato delle tavole di disegni che accompagnano la serata”

Si inizia con “La notte di San Lorenzo” scritta per il film di Paolo e Vittorio Taviqni. “Mi sono detto, ma come un altro film sulla Resistenza? Ero giovane. Ma chi lo avrebbe detto che 40 anni dopo quei valori oggi non sono né acquisiti né scontati. Se me lo avessero detto non ci avrei creduto”. Racconta di quando sul set di “Speriamo che sia femmina”, Mario Monicelli arrivava sempre col giornale. “Una mattina gli chiedo di vederlo e lui mi risponde ‘perché non te lo compri?’. Io gli rispondo che i giornali in fondo dicono sempre le stesse cose. Ma lui mi risponde che io ero nato dopo la guerra, potevo scegliere quale comprare. Monicelli no. Poteva prenderne solo uno e anche brutto. Mi disse che il lusso di comprare il giornale era acquisito col sacrificio di tanti. ‘Vai in edicola e comprati il giornale’”

Con Piovani sul palco ci sono Marina Cesari al sax, Marco Loddo al contrabbasso e Vittorino Naso alle percussioni. Si prosegue poi con ‘Caro Diario’ di Nanni Moretti, ‘La messa è finita’, sempre di Moretti.

“Per me è stato importante lavorare per tre film con Federico Fellini, scoprire la poetica del quotidiano. stavamo lavorando a “La voce della Luna”, eravamo nella fase del mixaggio. Fellini non guidava, mi diceva spesso di accompagnarlo a casa perché gli piaceva parlare in macchina. Una sera mi dice “mi hanno insegnato una scorciatoia, stasera in 10 minuti”. Mi fa girare in una strada poco illuminata, e man mano che andiamo avanti questa strada era sempre meno illuminato e asfaltato. Arriviamo in uno spiazzo, con la paglia, roulotte, un po’ di inquietudine mi era venuta. Mi dice “guarda questo paesaggio sornionamente postatomico”, lui con gli aggettivi ci sapeva fare. Eravamo lì a vedere questi sanitari abbandonati. Ci mettiamo in macchina per tornare nel punto esatto della Tuscolana da dove eravamo entrati. Quella sera mi sono goduto il traffico romano. La sera dopo mi dice “me la sono fatta spiegare bene la strada”. E se ci dovessimo riperdere. Con un sorriso paternalistico Federico mi ha risposto “magari”. Partono le note di “La voce della Luna”

I pezzi e le “note a margine” scorrono veloci: i film, gli aneddoti e nel mezzo si percepisce quella tensione emotiva, quei sentimenti che Piovani prova e che diventano note e melodie. Tante e tanti ascoltano i brani con gli occhi chiusi, cullati dalla musica.

Si parte dal cinema, si passa per il repertorio della mitologia greca e quando arriva il brano tratto da “La vita è bella” di Roberto Benigni con cui ha vinto l’Oscar, e alla fine scatta un lungo e sentito applauso.

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