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Il fatto

Un arsenale nascosto nei boschi

Battendo le zone impervie della contrada Cocuruzzo, i Carabinieri sequestrano armi e munizioni riconducibili al sodalizio criminale dei Del Vecchio e Lauretti

Scoperto un arsenale in un terreno agricolo: trovate armi, munizioni ed esplosivo

Dopo gli arresti di fine novembre scattati nell’ambito delle inchieste Escape e Risiko della Dda di Roma, i Carabinieri del Nucleo Investigativo hanno continuato a monitorare il sodalizio criminale capeggiato dai fratelli Massimiliano e Gianluca Del Vecchio e Johnny Lauretti, innanzitutto perché il primo è ancora irreperibile, ma anche perché i detective del Comando provinciale del colonnello Christian Angelillo hanno contezza che l’organizzazione criminale egemone su Fondi avesse una disponibilità maggiore di armi rispetto a quelle, benché numerose, trovate e sequestrate nel corso delle indagini.

Sulla base di questo presupposto nella giornata di sabato gli investigatori dell’Arma hanno battuto per ore le zone boschive della contrada Cocuruzzo, località che da anni viene ritenuta la roccaforte del sodalizio: un’intuizione vincente, visto che i militari del tenente colonnello Antonio De Lise hanno scovato quelli che ritengono essere alcuni dei nascondigli utilizzati per celare i pezzi più pregiati dell’arsenale della banda, in luoghi impervi, ma facilmente raggiungibili da chi la zona la conosce. In contenitori di plastica nascosti tra i sassi sono stati trovati e sequestrati, a carico di ignoti, una mitraglietta calibro 9 priva di matricola, di fabbricazione jugoslava nei primi anni Duemila, corredata di due caricatori, oltre a un fucile con matricola abrasa, 2.300 munizioni di vario calibro e un ordigno artigianale di circa 470 grammi munito di miccia pirotecnica.


L’organizzazione criminale sgominata un mese fa aveva fatto della ferocia un carattere distintivo che aveva permesso di imporsi prima di tutto a Fondi, ma anche di estendere i propri affari in una vasta porzione del basso Lazio, con ramificazioni importanti a Latina prima di tutto, oltre che a Frosinone. Nella propria cittadina la banda non aveva esitato a scontrarsi col sodalizio contrapposto a suon di attentati esplosivi e persino conflitti a fuoco.

Oltretutto l’indagine dei Carabinieri del Nucleo Investigativo aveva permesso di svelare le chat codificate entrando nel sistema dei telefoni criptati nell’ambito di un’inchiesta europea: erano emerse così conversazioni e foto che i trafficanti di droga si scambiavano, comprese le immagini di carichi di stupefacenti e appunto armi, comprese quelle da guerra. Insomma, l’arsenale ipoteticamente posseduto dalla banda emergente era maggiore di quello effettivamente trovato e sequestrato.

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