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Festa patronale, la parrocchia rinuncia al contributo di una società su cui ci sono verifiche di legalità

Era tra gli sponsor dell'evento, una scelta dall’alto valore simbolico

Festa patronale, la parrocchia rinuncia al contributo di una società su cui ci sono verifiche di legalità

La parrocchia di San Giovanni di Formia ha restituito un importante contributo alla festa patronale in programma per il 24 giugno prossimo. La donazione, secondo quanto si apprende in queste ore, era stata già avviata ma la parrocchia e la Diocesi avrebbero rifiutato probabilmente in considerazione di alcune verifiche di legalità in corso sulla società, attiva nel settore delle costruzioni e che era tra i principali sponsor dell’evento religioso e culturale, uno dei più importanti in assoluto della stagione estiva. Una decisione che non ammetterebbe ripensamenti e che sarebbe condivisa da tutti gli organismi ecclesiastici, anche se ci sono state resistenze tra i laici dell’organizzazione, comunque superate nel corso delle ultime riunioni.
L’evento in onore di san Giovanni, insieme all’altra festa patronale, quella in onore di Sant’Erasmo, è stata inserita in una rassegna denominata «Giugno, il mese dei santi», una lunga serie di appuntamenti religiosi, culturali, musicali in calendario grazie al sostegno di molti privati e associazioni nonché con un impegno economico fondamentale dell’amministrazione comunale. In questo contesto ciò che sta avvenendo nella preparazione della festa di San Giovanni assume un rilievo particolare per diversi profili. Il primo e più importate riguarda il messaggio di legalità che la chiesa locale ha voluto mandare e d’altro canto non è la prima volta che accade. Il secondo è, invece, tutto interno perché il Comitato dei festeggiamenti sarebbe stato inizialmente contrario a rinunciare a quella sponsorizzazione poiché essa avrebbe consentito di avere un budget rilevante per l’evento. Per quanto riguarda la ferma posizione assunta dalla parrocchia essa si muove nel solco di una consolidata contrapposizione contro le illegalità e i fenomeni criminali, anche applicati all’economia. Basti pensare che uno dei primi messaggi di denuncia contro la presenza di criminalità organizzata nella zona risale agli anni 90 e fu pronunciato durante un’omelia del parroco di Sant’Albina a Scauri, don Simone Di Vito. Stesso tenore nelle parole di don Alfredo Micalusi, durante l’omelia della festa di Sant’Erasmo del 2022 con le quali invitava ogni fedele a non voltarsi dall’altra parte davanti a fenomeni evidenti di presenza dei clan. Messaggio confermato in ambito diocesano dal presidio di Libera Sud Pontino che si trova nel Monastero di San Magno a Fondi e che a cadenza periodica ospita eventi di legalità e la scuola estiva dedicata agli studenti.
Questa volta per la vicenda della festa patronale di San Giovanni nessun comunicato o discorso specifico, per ora, ma quello messo in campo è sicuramente un gesto dal valore altamente simbolico e che spezza un silenzio imbarazzante che si è esteso attorno ad alcune realtà economiche. La decisione della parrocchia arriva, peraltro, a poche ore dalla conferma della interdittiva della Prefettura di Latina emessa lo scorso autunno a carico della Rc Costruzioni. Va detto che il settore dell’edilizia viene considerato quello più a rischio sul fronte del riciclaggio di denaro e delle infiltrazioni criminali, come confermano tutte le ultime interdittive antimafia che hanno riguardato Formia e afferenti, appunto, società che operano in quel comparto. E d’altro canto plurimi rapporti delle forze investigative indicano l’edilizia e il turismo come le due voci economiche maggiormente appetibili per far spazio alla nascita di nuove realtà o più di frequente per subentrare a quelle esistenti.

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