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Il caso

Monastero ortodosso sotto sfratto, da Firenze il vescovo no-vax «guardiano della fede»

Manifestazione davanti alla sede del Tribunale che a luglio dovrebbe decidere se confermare lo sfratto, intanto atteso lunedì l’ufficiale giudiziario

Monastero ortodosso sotto sfratto, da Firenze il vescovo no-vax «guardiano della fede»

«In questa vicenda ci sono elementi, poteri e interessi che appaiono poco chiari, ma di certo non si può ordinare lo sgombero di un luogo di culto, questo il giudice lo deve riconoscere». E’ sceso da Firenze l’arciprete e vescovo Luca Monti, il «guardiano della fede» ortodossa divenuto celebre a seguito di una serie di interventi piuttosto forti e netti contro la campagna vaccinale anti covid ritenuta un vero e proprio «attacco satanico». E’ venuto a dar man forte a padre Marco Daniele che da Anzio è divenuto di fatto il custode della chiesa ortodossa di Campo di Carne, il monastero che si trova lungo via del Genio Civile e che potrebbe a breve - l’ufficiale giudiziario è atteso per lunedì prossimo, il giorno dopo la Pasqua ortodossa - essere sgomberato in forza di un atto che impone lo sfratto a causa del mancato pagamento di un mutuo acceso diversi anni fa dal precedente proprietario. L’udienza in Tribunale per l’atto definitivo è però fissata al 3 luglio. «E’ quantomeno surreale - aggiunge padre Marco Daniele che è stato nominato prete della chiesa di Campo di Carne - che si possa considerare un mutuo acceso da chi ci ha preceduto a nome della diaconia che peraltro è ancora esistente, insistente sulla chiesa, un luogo consacrato, di culto. E’ altrettanto incredibile se non addirittura inquietante che si possa pensare di arrivare allo sfratto e allo sgombero di una chiesa che è molto di più. Quella è anche una anagrafe della comunità ortodossa. In quel luogo si celebrano matrimoni, cerimonie, ci sono registri. Ma anche se non fosse così, è un luogo di culto. Qualcuno sta accelerando i tempi in questo anno e non capiamo perché». Padre Marco sottolinea che negli anni passati le due particelle che compongono l’immobile sono state messe all’asta: due aste andate deserte. Poi una coppia di immigrati indiani ha partecipato alla terza asta e con poco meno di 130mila euro si è aggiudicata la proprietà. Accadeva quasi tre anni fa. «Per due anni non si sono vesti, fatti sentire, poi d’un tratto l’accelerazione, lo sfratto, la richiesta di sgombero.
Il mutuo, bisogna sottolinearlo, è stato pagato solo fino al 2014 per questo è scattata la procedura di vendita. «Si è agito come se la chiesa fosse abbandonata, ma in tutti questi anni è stata al contrario attiva, vi abbiamo celebrato messa, matrimoni e tutte le altre cerimonie. Qualcuno vuole colpire forse la chiesa ortodossa, per questo ringrazio il vescovo Monti per essere qui oggi a far sentire la voce di una comunità che si sente sotto attacco e che chiede aiuto». «Sarei venuto anche a parti inverse, se, ad esempio, fosse il luogo di culto della comunità sikh sotto rischio sfratto - ha detto padre Monti - ma abbiamo bisogno che la politica e le istituzioni intervengano prima che si possa arrivare ad un precedente molto pericoloso».
Padre Marco offre una soluzione: «Il 3 luglio proporremo al giudice di pagare la spesa e le spese sostenute dagli acquirenti, si deve annullare la vendita perché uno dei due immobili è un luogo di culto riconosciuto. Ma nel frattempo lunedì aspettiamo che arrivi l’ufficiale giudiziario. Siamo certi di una cosa: noi non ce ne andremo».

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