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No all’inceneritore, protesta e petizione

Tutte le associazioni contrarie riunite a Santa Palomba

No all’inceneritore, protesta e petizione

Si sono riunite nel weekend a Santa Palomba, le 22 associazioni contrarie alla realizzazione del termovalorizzatore che il Comune di Roma ha scelto di realizzare nell’estrema area sud della città. Hanno lanciato tutti insieme una petizione e raccolto migliaia di firme.
Nel nuovo Piano rifiuti - basato su diminuzione della loro produzione, incremento della differenziata e del riciclo, abbattimento dell'emissioni di gas serra - il termovalorizzatore servirà a produrre energia con il residuo indifferenziato, oltre 500 mila tonnellate l’anno, evitandone il conferimento in discarica. Una scelta che tuttavia viene fortemente contestata. Entro il 10 maggio la petizione sarà consegnata al Governo e alle Camere. Intanto sull’argomento sono intervenuti la deputata M5S Ilaria Fontana e il capogruppo M5S Lazio Adriano Zuccalà. «Il territorio di Santa Palomba è oggetto di una contaminazione di acque sotterranee, certificata da Arpa Lazio nel 2021, in corrispondenza del deposito di carburanti Eni di Pomezia, in via della Zoologia, a poche centinaia di metri dall’area scelta per l’inceneritore. Si tratta inoltre di una zona a forte vocazione industriale, con presenza di stabilimenti di importanti dimensioni nonché di industrie a rischio di incidente rilevante. Vogliamo permettere che si costruisca un mega inceneritore da 600mila tonnellate l’anno in un contesto già così compromesso, mettendo ulteriormente a rischio la salute dei residenti e quella ambientale? Chiediamo al governo di valutare eventuali azioni volte a interdire la realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti a Santa Palomba fino al termine delle dovute azioni di risanamento ambientale. Chiediamo inoltre di verificare la disposizione di garanzie finanziarie a copertura del progetto inceneritore, come previsto dal Testo unico ambientale. Vogliamo – spiegano – ricordare che questo progetto scellerato è frutto di un’ordinanza del Commissario straordinario di Governo per il Giubileo della Chiesa cattolica 2025, Roberto Gualtieri, che ha voluto illudere i romani con la favola della soluzione all’emergenza rifiuti nella Capitale entro il Giubileo. Ma i tempi sono molto più lunghi, parliamo di almeno 4-5 anni, quando il Giubileo sarà chiuso da un pezzo e Gualtieri non sarà più Commissario. Non possiamo permettere che, nel nome del Giubileo, si ipotechi per oltre 30 anni un territorio già stressato e una popolazione fortemente provata e si avvii un business dei rifiuti che coinvolgerà negativamente tutta la regione Lazio».

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