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Il caso

Hotel Tiberio «salvo» per decreto

Il Consiglio di Stato accorda la richiesta di congelare la demolizione delle opere abusive e la confisca definitiva

Operazione Tiberio, quegli abusi edilizi invisibili nell'hotel di famiglia

Rinviato sine die e all’ultimo secondo l’abbattimento delle opere abusive dell’hotel Tiberio a Sperlonga, divenuto famoso per la battaglia giudiziaria di cui è al centro da oltre 20 anni.


La seconda sezione del Consiglio di Stato, invertendo le priorità di quanto stabilito dallo stesso organo giudicante, ha infatti bloccato la procedura di demolizione «in attesa della decisione collegiale», poiché «appaiono sussistere le condizioni di estrema gravità ed urgenza per accordare la chiesta misura cautelare monocratica sospensiva, avuto riguardo agli effetti interruttivi della caducazione dei titoli (a distanza di moltissimi anni dalla loro formazione) sull’esercizio delle attività economiche negli immobili in titolarità della società ricorrente e della conseguente sopravvenuta insostenibilità degli oneri finanziari, con pressoché irreversibile incisione sull’equilibrio economico-finanziario della stessa società, nonché sugli asset occupazionali e tenuto conto, altresì, dei prospettati danni derivanti dalla irreversibile interversione dell’assetto dominicale connesso ai provvedimenti di acquisizione gratuita dei cespiti al patrimonio comunale». Insomma di acquisire l’immobile al patrimonio pubblico non se ne parla e di demolire gli abusi nemmeno, nonostante sia stato lo stesso Consiglio di Stato a definirli insanabili.


Il decreto del Consiglio di stato arriva nei giorni caldi della polemica sulla mancata esecuzione della sentenza e sulla istanza di commissariamento per la confisca. La domanda cautelare per il decreto d’urgenza che mette tutto nel congelatore era stata presentata dalla «Chinappi Aldo erasmo & c. società in accomandita semplice» per il tramite dell’avvocato Alfredo Zaza D’Aulisio che ha chiamato in causa il Comune di Sperlonga, rappresentato dall’avvocato salvatore Canciello, e i confinanti Carmine Tursi e Anna Miele, rappresentati dall’avvocato Francesco Di Ciollo. Il decreto evita lo stop alle attività economiche comunque regolarmente avviate dalla società per la stagione turistica 2024.

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