Cerca

Il caso

Rio Martino, 24 famiglie rischiano di perdere tutto

Quest'anno rischia di essere una vera catastrofe per i pescatori e i diportisti che tutto l’anno cercano di lavorare senza riuscirci per lo stato dei fondali

Rio Martino, 24 famiglie rischiano di perdere tutto

L'estate appena iniziata dovrebbe essere per chi lavora sul litorale il momento migliore dell'anno sul fronte della produttività e dell'economia. Quest'anno rischia di essere una vera catastrofe per i pescatori e i diportisti che tutto l’anno cercano di lavorare senza riuscirci per lo stato dei fondali del porto canale di Rio Martino.

E che oggi hanno dovuto inghiottire l'amaro boccone della chiusura dell'approdo con l'interdizione nautica in ingresso e in uscita del porto-canale delle imbarcazioni. L’ordinanza della guardia costiera che rileva «che il porto canale, ricadente nel territorio dei Comuni di Latina (sponda nord-ovest) e Sabaudia (sponda sud-est) non è accessibile in sicurezza da parte di nessuna Unità Navale a causa dell’insabbiamento che interessa lo specchio acqueo prossimo all’imboccatura» e che precisa che «il provvedimento viene emesso, quale atto dovuto, allo scopo di tutelare la sicurezza della navigazione e portuale, è però solo l'atto finale di un percorso complesso pieno di ostacolo che gli operatori sono costretti ad affrontare da anni e sul quale si era accesa una flebile luce di speranza quando a settembre il Comune e promise un intervento di escavazione che doveva essere effettuato dopo un mese, di mesi ne sono passati nove e alla fine gli operatori si sono sentiti dire che quell'intervento non è possibile e che bisognerà aspettare I lavori di dragaggio. I danni dello stop deciso per ragioni di sicurezza sono l'aspetto più preoccupante perché mette a rischio la situazione economica di 24 famiglie.

«A pescata facciamo 250 euro circa al giorno quando riusciamo ad uscire – spiegano i pescatori professionisti - circa 2500/3000 al mese, già noi fatturiamo la metà perché le uscite sono poche, se il canale resterà chiuso resteremo senza lavoro e non fattureremo più nulla senza riuscire a portare un euro a casa». Sulla vicenda si registra il commento è del capogruppo del M5S, Maria Grazia Ciolfi: «Questo è l’epilogo di una totale incapacità gestionale della giunta Celentano, la pietra tombale sui pescatori. Ma la decisione è legittima visto lo stato del canale. Inaccettabile e vergognoso, invece, l’immobilismo dell’amministrazione da cui discende un danno inestimabile per ben 24 famiglie che vivono della sola entrata della pesca.

Per loro è impossibile trasferirsi in un altro porto, perché dovrebbero rimodulare le loro attrezzature, con investimenti che non possono permettersi perché da troppo tempo i loro guadagni sono ridotti al minimo a causa dell’insabbiamento del canale. La riapertura del porto canale è stata una delle prime promesse di questa amministrazione. In un anno nulla è stato fatto. Di Cocco disse che era tutto sotto controllo e che il Comune avrebbe proceduto presto per la risoluzione dell’annosa vicenda, grazie anche al supporto di un progettista appositamente incaricato. Siamo a giugno e ancora non si vede nulla».

«Perché - si chiede Ciolfi - non si è pensato di procedere con un intervento di somma urgenza? La gravità della situazione l’avrebbe consentito: è prevista la possibilità di attivare un protocollo emergenziale di livellamento del fondale, perché non è stato fatto ed il comune di Latina continua a ripetere che non è possibile? Quali sono gli ostacoli? A tutt’oggi sembrano solo di tipo gestionale, o ancor peggio di mancanza di volontà politica, perché invece pare che il ripascimento si farà a vantaggio degli operatori balneari anche a stagione iniziata. Abbiamo forse lavoratori di serie A e lavoratori di serie B?».

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione