Il caso
21.06.2024 - 11:00
L'estate appena iniziata dovrebbe essere per chi lavora sul litorale il momento migliore dell'anno sul fronte della produttività e dell'economia. Quest'anno rischia di essere una vera catastrofe per i pescatori e i diportisti che tutto l’anno cercano di lavorare senza riuscirci per lo stato dei fondali del porto canale di Rio Martino.
E che oggi hanno dovuto inghiottire l'amaro boccone della chiusura dell'approdo con l'interdizione nautica in ingresso e in uscita del porto-canale delle imbarcazioni. L’ordinanza della guardia costiera che rileva «che il porto canale, ricadente nel territorio dei Comuni di Latina (sponda nord-ovest) e Sabaudia (sponda sud-est) non è accessibile in sicurezza da parte di nessuna Unità Navale a causa dell’insabbiamento che interessa lo specchio acqueo prossimo all’imboccatura» e che precisa che «il provvedimento viene emesso, quale atto dovuto, allo scopo di tutelare la sicurezza della navigazione e portuale, è però solo l'atto finale di un percorso complesso pieno di ostacolo che gli operatori sono costretti ad affrontare da anni e sul quale si era accesa una flebile luce di speranza quando a settembre il Comune e promise un intervento di escavazione che doveva essere effettuato dopo un mese, di mesi ne sono passati nove e alla fine gli operatori si sono sentiti dire che quell'intervento non è possibile e che bisognerà aspettare I lavori di dragaggio. I danni dello stop deciso per ragioni di sicurezza sono l'aspetto più preoccupante perché mette a rischio la situazione economica di 24 famiglie.
«A pescata facciamo 250 euro circa al giorno quando riusciamo ad uscire – spiegano i pescatori professionisti - circa 2500/3000 al mese, già noi fatturiamo la metà perché le uscite sono poche, se il canale resterà chiuso resteremo senza lavoro e non fattureremo più nulla senza riuscire a portare un euro a casa». Sulla vicenda si registra il commento è del capogruppo del M5S, Maria Grazia Ciolfi: «Questo è l’epilogo di una totale incapacità gestionale della giunta Celentano, la pietra tombale sui pescatori. Ma la decisione è legittima visto lo stato del canale. Inaccettabile e vergognoso, invece, l’immobilismo dell’amministrazione da cui discende un danno inestimabile per ben 24 famiglie che vivono della sola entrata della pesca.
Per loro è impossibile trasferirsi in un altro porto, perché dovrebbero rimodulare le loro attrezzature, con investimenti che non possono permettersi perché da troppo tempo i loro guadagni sono ridotti al minimo a causa dell’insabbiamento del canale. La riapertura del porto canale è stata una delle prime promesse di questa amministrazione. In un anno nulla è stato fatto. Di Cocco disse che era tutto sotto controllo e che il Comune avrebbe proceduto presto per la risoluzione dell’annosa vicenda, grazie anche al supporto di un progettista appositamente incaricato. Siamo a giugno e ancora non si vede nulla».
«Perché - si chiede Ciolfi - non si è pensato di procedere con un intervento di somma urgenza? La gravità della situazione l’avrebbe consentito: è prevista la possibilità di attivare un protocollo emergenziale di livellamento del fondale, perché non è stato fatto ed il comune di Latina continua a ripetere che non è possibile? Quali sono gli ostacoli? A tutt’oggi sembrano solo di tipo gestionale, o ancor peggio di mancanza di volontà politica, perché invece pare che il ripascimento si farà a vantaggio degli operatori balneari anche a stagione iniziata. Abbiamo forse lavoratori di serie A e lavoratori di serie B?».
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