Giudiziaria
14.09.2024 - 15:45
Un collaboratore scolastico di un istituto del capoluogo è stato assolto dall’accusa di atti persecutori, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. E’ uscito definitivamente di scena da tutte le accuse. La parte offesa degli atti persecutori è una donna di origine sudamericana di 48 anni, residente a Latina.
E’ quello che ha deciso ieri pomeriggio il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina Mara Mattioli nei confronti dell’uomo, anche lui residente in città, difeso dall’avvocato Daniela Fiore. L’imputato ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato, un giudizio previsto dal codice che prevede la riduzione di un terzo della pena in base agli elementi raccolti in fase di indagini preliminari. Era stata la vittima a presentare una denuncia in Questura nel 2023: aveva riferito di aver conosciuto per caso l’imputato quasi dieci anni fa e che era nato un rapporto di amicizia e che mai pensava di instaurare con lui una relazione sentimentale. Ha aggiunto che ad un certo punto il comportamento dell’uomo è cambiato diventando ossessivo fino a quando non sono iniziati gli atti persecutori. «Mi ha telefonato anche cento volte al giorno e quando ho bloccato il suo numero è venuto sotto casa a citofonarmi per tutta la sera», aveva raccontato la donna agli investigatori. In un’altra circostanza la vittima dello stalker ha dichiarato di essersi ritrovata l’uomo mentre andava a fare la spesa al supermercato. Un’altra volta era stata seguita quando era andata in caserma dai Carabinieri a chiedere aiuto, ma poi non lo aveva più denunciato. All’uscita lo aveva trovato a poca distanza da piazza della Libertà, a due passi dalla caserma. L’uomo dopo l’ultimo episodio era finito in carcere. La donna era stata costretta a cambiare le sue abitudini di vita e come riportato nella denuncia ha temuto per la sua incolumità. Quando era stato arrestato in occasione dell’interrogatorio davanti al giudice, aveva ammesso di aver sbagliato. «Signor giudice mi ero innamorato». Dagli accertamenti è emerso che la donna aveva aiutato l’uomo in diverse occasioni ma non le era mai venuto in mente di iniziare un rapporto sentimentale. Ieri in Tribunale davanti al giudice Mara Mattioli e al pm Martina Taglione si è concluso l’ultimo atto del processo con la richiesta della difesa di assolvere l’imputato condivisa dal magistrato che al termine della camera di consiglio ha emesso la sentenza. Dopo che era finito in carcere al termine dell’interrogatorio, il gip Mario La Rosa aveva disposto il divieto di avvicinamento alla parte offesa. Ieri al termine dell’udienza è stata revocata la misura restrittiva e l’uomo è tornato in libertà.
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