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Il caso

Omicidio Cisterna, pistola a Capasso: ancora un rinvio del processo

Sotto accusa gli specialisti che diedero l'ok per armare di nuovo il carabiniere, assassino delle figlie Alessia e Martina, di soli 7 e 13 anni

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Ancora un rinvio nel processo che vede imputati i due medici accusati di omicidio colposo per aver riconsegnato la pistola di ordinanza a Luigi Capasso, il carabiniere che, la mattina del 28 febbraio 2018, si rese protagonista di una delle vicende più tragiche della cronaca locale degli ultimi anni. Quella mattina, Capasso ferì gravemente la moglie Antonietta Gargiulo, uccise le due figlie Alessia e Martina, di soli 7 e 13 anni, e infine si tolse la vita dopo ore di trattative con le forze dell’ordine, che avevano circondato il suo appartamento a Collina dei Pini, Cisterna.


Il processo ruota intorno all’iter che portò alla riconsegna dell’arma di ordinanza a Capasso, arma con cui poi compì la strage. Pistola che gli era stata revocata alla fine del 2017.
Il dottor Quintilio Facchini, medico di famiglia, e la dottoressa Chiara Verdone, medico militare, sono imputati con l’accusa di omicidio colposo, poiché avrebbero firmato il nulla osta che permise la restituzione dell’arma a Capasso.

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