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Il caso

La famiglia Pozzi non accetta l’archiviazione: "valutare altri dati"

Il fascicolo aperto per omicidio si chiude per mancanza di prove attendibili sulla morte dell’ex pugile che forse stava scappando da qualcuno

Ponza, per la Procura le indagini sulla morte di Gianmarco Pozzi sono da archiviare

L’avvocato Gabriele Gallo, per conto della famiglia Pozzi, sta preparando l’opposizione alla richiesta di archiviazione delle indagini sulla morte di Gianmarco Pozzi, l’ex pugile deceduto il 9 agosto 2020. La famiglia è perplessa rispetto alla ricostruzione fornita dalla Procura di Cassino, ritenendo che manchino elementi fondamentali e che non sia stata considerata una seconda dinamica dei fatti presentata dal loro perito.

I familiari hanno richiesto copia completa degli atti per formulare l’opposizione, in vista dell’udienza preliminare. Tra i punti controversi, vi sono le dichiarazioni di un uomo di Ponza che aveva accusato due carabinieri, collegando la morte di Gianmarco a una relazione sentimentale con una ragazza del luogo. La Procura ha scartato questa ipotesi e ha accusato l’uomo di calunnia; egli è anche indagato per spaccio di droga sull’isola insieme ad altre sei persone.

Secondo l’avvocato Gallo, la famiglia non accetta l’archiviazione senza ulteriori spiegazioni, soprattutto perché in origine il fascicolo era stato aperto per omicidio. La versione iniziale indicava una caduta accidentale, forse dovuta all’uso di cocaina, che avrebbe causato la morte per un colpo letale al collo. Tuttavia, è emersa anche l’ipotesi che Gianmarco stesse fuggendo da qualcuno. La famiglia Pozzi spera ora che il fascicolo completo possa fornire nuove informazioni e chiarire questi dubbi.

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