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Il caso

Bike sharing, una beffa da inchiesta

L’indagine a seguito dell'esposto della minoranza dopo i silenzi sulle interrogazioni. La Guardia di Finanza su delega della Procura ha acquisito gli atti sull’acquisto e la gestione, ferma al 2015

Bike sharing, una beffa da inchiesta

La Guardia di Finanza di Formia, su incarico della Corte dei Conti, sta indagando su possibili danni erariali derivanti dall'acquisto e mancato utilizzo di 40 biciclette per il bike sharing, acquistate dal Comune nel 2015 con l'obiettivo di promuovere la mobilità sostenibile. Nonostante il progetto fosse inizialmente lodato come innovativo, le biciclette sono state usate solo per pochi mesi prima di essere accantonate in un deposito comunale a causa della loro tecnologia ritenuta obsoleta.

L’indagine è partita da un esposto di consiglieri di opposizione, che hanno chiesto chiarimenti sul costo complessivo del progetto, sugli investimenti nelle infrastrutture e sulle modalità di gestione. L’assessore ai trasporti ha confermato che le biciclette non sono state più utilizzate per inadeguatezza tecnologica e ora giacciono inutilizzate. Il caso, sollevato per la prima volta a marzo, ha generato dubbi sull’effettivo valore del progetto e sulla sua promozione presso i cittadini.

Il consigliere del PD, Emiliano Scinicariello, ha criticato la mancata discussione dell’argomento in consiglio comunale, ritenendo che le risposte dell’amministrazione siano state insufficienti.

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