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Caso Schiff, sfilano i testimoni

Nuova udienza in Tribunale. Ascoltato un militare che ha scattato le foto al battesimo di volo e un alto ufficiale dell’Aeronautica

Caso Schiff, sfilano i testimoni

Nuova udienza ieri pomeriggio in Tribunale a Latina davanti al giudice monocratico Mario La Rosa per gli episodi di nonnismo avvenuti all’Aeroporto Comani di Latina Scalo. Era presente in aula anche la parte offesa Giulia Schiff, la ragazza che sognava di diventare top gun e che aveva denunciato episodi di maltrattamenti avvenuti in occasione del battesimo del volo. I fatti contestati sono avvenuti il 7 aprile del 2018. Ieri durante il dibattimento sono stati ascoltati alcuni testimoni del collegio difensivo degli otto imputati, tutti militari e pari corso di Giulia accusati di maltrattamenti. Ha deposto un militare che quando sono avvenuti i fatti aveva scattato le foto proprio durante il battesimo del volo e anche del rito finito al centro del processo. «Sono passati diversi anni - ha detto - ho visto che la Schiff che aveva partecipato insieme agli altri commilitoni ad altri battesimi e mi sembra che avesse usato il fuscello». Ha spiegato. E quando gli è stato chiesto di essere più preciso con quel «Mi sembra». ha aggiunto: «Più si che no», ha dichiarato. «Se uno chiedeva aiuto perchè stava male me ne sarei accorto - ha osservato - A quale distanza ero? A circa un metro e mezzo massimo due metri. Ricordo che in effetti la Schiff aveva detto ad un certo punto “Basta”, ma lo dicevano anche gli altri commilitoni». Infine il militare che era addetto alla comunicazione e alle foto in occasione di quell’evento ha spiegato che: «Non mi pare che si sia lamentata». E infine ha ricordato un particolare cruento. Quando al Comani si sono svolti dei battesimi di volo - in questo caso di altre forze militari straniere e quindi non dell’Aeronautica italiana - ma in questa circostanza del Kuwait, ha spiegato: «E’ capitato che alcuni allievi delle forze straniere siano andati avanti oltre la parte goliardica e davano dei morsi». Ha deposto un alto ufficiale in servizio alla Nato, anche lui testimone della difesa, all’epoca dei fatti responsabile della disciplina di tutti gli allievi dell’Accademia dell’Arma azzurra. «Conoscevo la Schiff come altri allievi - ha ricordato - era tutto un contestare, un giorno mi sono tolto i gradi e gli ho parlato come se fossi un padre. Il comportamento era teso a minare e intensificare le falle del sistema». L’alto ufficiale inoltre ha ricordato che fu denunciato per mobbing e abuso d’ufficio dalla Schiff e che in un secondo momento sono stati archiviati sia i procedimenti aperti dalla giustizia militare che da quella ordinaria. «Ho anche scoperto che la Schiff mi registrava». L’alto ufficiale ha ribattuto che in occasione del battesimo del volo non ci fu violenza e che ai tempi suoi si utilizzavano anche metodi molto più duri sempre nell’ambito di un clima ha ribadito che era goliardico. La prossima udienza è fissata a febbraio. Sono in tutto otto gli imputati residenti tra le province di Bergamo, Brescia, Vicenza, Macerata e poi a Tivoli, Civitavecchia e Frosinone hanno sempre ripetuto che si è trattato di una tradizione e in passato la Schiff vi ha partecipato e che non si è trattato di nonnismo. «Sollevavano da terra e trasportavano con il volto rivolto verso il basso, la sergente allievo ufficiale Giulia Jasmine Schiff e, tenendola ferma per le gambe e le braccia, con dei fustelli di legno le infliggevano violenti colpi sul fondoschiena; quindi le facevano urtare la testa contro la semiala in mostra statica posta in prossimità di una piscina dove, infine, la gettavano». E’ un passaggio del capo di imputazione del pm Valentina Giammaria. Sono molti i testimoni ascoltati fino a questo momento tra cui anche l’ex Ministro della Difesa Elisabetta Trenta.
La parte offesa chiede giustizia perché ha sempre detto di essere stata colpita con dei fuscelli, gli imputati sostengono che non erano maltrattamenti ma un rito goliardico.

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