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Il fatto

Caso Satnam, Lovato sorvegliato a vista

Il datore di lavoro del bracciante indiano da sei mesi è in carcere. Da Latina era stato trasferito per motivi di sicurezza

Caso Satnam, Lovato sorvegliato a vista

Da sei mesi e sei giorni Antonello Lovato è detenuto in carcere. Lo scorso 2 luglio quando gli e era stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare era stato portato nella casa circondariale di via Aspromonte a Latina. In un secondo momento è stato trasferito per motivi di sicurezza a Frosinone. E’ sempre guardato a vista per il rischio di eventuali tentativi di vendetta. Chi ha incontrato recentemente Lovato lo ha descritto come una persona provata, distrutta sotto il profilo psicologico per quello che è successo.

«Non sto bene», aveva dichiarato quando era comparso davanti al gip Giuseppe Molfese per l’interrogatorio di garanzia subito dopo la notifica del provvedimento restrittivo. Era stato il magistrato che aveva emesso l’ordinanza a definire in un modo la condotta del 38enne: disumana.

In queste ore gli avvocati Mario Antinucci, Stefano Perotti e Valerio Righi che assistono il datore di lavoro di Satnam Singh, stanno valutando eventuali riti alternativi alla luce della richiesta di giudizio immediato presentata dal Procuratore Giuseppe de Falco e dal pubblico ministero Marina Marra, titolare dell’inchiesta.
A seguito dei due incidenti probatori e sulla scorta degli elementi raccolti, la Procura aveva esercitato l’azione penale nei confronti di Lovato. Il magistrato inquirente nella richiesta di applicare la misura restrittiva, aveva ripercorso le condotte del 38enne e aveva messo in rilievo che oltre ad aver caricato il bracciante agricolo indiano sul furgone e ad averlo abbandonato agonizzante ha tentato di cancellare le tracce. «Cagionava, accettando il rischio, la morte del bracciante intervenuta per choc emorragico causato dall’amputazione del braccio destro, derivato dal mancato tempestivo soccorso. Anche il macchinario per svolgere il lavoro era di fattura artigianale» è riportato nelle carte dell’inchiesta. In un altro passaggio del provvedimento gli inquirenti avevano messo in luce che Lovato si trovava in una posizione di garanzia rispetto a Satnam. «In quanto datore di lavoro nonché soggetto che con la sua condotta colposa aveva causato il danno vitale allo stesso lavoratore. Non ha allertato i soccorsi, evitando che fossero prestate le cure necessarie». Dopo l’arresto e il grande clamore mediatico che ha segnato il caso Santam, il 38enne si era avvalso della facoltà di non rispondere e la difesa aveva rinunciato a presentare ricorso al Tribunale del Riesame.

In fase di indagini preliminari si erano svolti due incidenti probatori dal gip: aveva deposto la compagna di Satnam che aveva ricostruito l’incidente sul lavoro e le fasi successive. A settembre era stata ascoltata in Tribunale una donna che stava lavorando in campagna anche lei presente ai fatti. Soni, la compagna di Satnam, è sempre in una località protetta ed è assistita dall’avvocato Gianni Lauretti.
Le indagini erano state condotte dai Carabinieri della stazione di Borgo Podgora e della Compagnia di Latina e avevano portato a contestare il reato di omicidio volontario con il dolo eventuale. Adesso manca soltanto la data del processo.

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