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Il caso

Ricatti hard, il capo scout violenza sessuale: il racconto delle vittime

Il giovane davanti al Gup. Drammatico il racconto dei ragazzi ascoltati in forma protetta. L’indagato è agli arresti domiciliari

Atti osceni, evita la condanna grazie... al nome del parco

L’udienza preliminare è fissata tra pochi giorni: per il 25 gennaio davanti al gup di Roma Angela Gerardi. L’assistente scout Simone Di Pinto, 20 anni di Terracina, rischia il rinvio a giudizio per estorsione e violenza sessuale, stalking e detenzione di materiale pedopornografico. Sono quattro le parti offese nel procedimento penale che aveva portato alla fine dello scorso luglio all’arresto del giovane che si trova sempre detenuto agli arresti domiciliari. E’ assistito dagli avvocati Ippolita Naso e Carmela Massaro. Sono sette i capi contestati: dall’estorsione, alla violenza sessuale, alla detenzione di materiale pedopornografico e poi anche stalking. I fatti contestati sono avvenuti tra il 2023 e il 2024 a Terracina. Le indagini che avevano portato all’insospettabile scout erano state condotte dagli agenti della Polizia Postale e coordinate dalla Procura di Roma. Gli investigatori avevano sequestrato quasi trecento immagini dal contenuto pedopornografico che riprendevano dei minori. Tra gli altri capi contestati c’è anche l’estorsione perchè il presunto responsabile ha minacciato un 14enne di diffondere materiale in suo possesso e si è fatto dare 55 euro. Contestati anche gli atti persecutori quando ha chiesto al minore di produrre materiale pedopornografico.

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