Il fatto
23.01.2025 - 11:00
E’ una Formia diversa quella che attraversi 48 ore dopo il ritrovamento del fascio di fiori sull’auto di Paola Villa. La solidarietà corre soprattutto sui social con un fiume di commenti, ma quella dello Stato, attraverso il Prefetto Vittoria Ciaramella, è arrivata via telefono, mentre i carabinieri di Formia macinano fotogrammi delle telecamere della sala operativa del Comune ma anche quelle di alcuni negozi del quartiere in cui sono stati lasciati i fiori.
Non è un’indagine semplice perché potrebbe sollevare il coperchio dal pentolone nauseabondo del politically correct verso le numerose famiglie di camorra presenti in città e sulle quali la consigliera Villa continua a tenere alta l’attenzione, perché in questa storia le sue recenti affermazioni non possono essere considerate un semplice orpello. E c’è dell’altro: l’atto palesemente ostile e che, per ora, viene considerato intimidatorio ha avuto l’ulteriore effetto di riportare indietro le lancette del tempo, a 40 anni fa, gli anni in cui si è consumato il sacco di Formia con la cementificazione di ogni centimetro delle colline e della costa, senza sconti, senza pietà e con ogni metodo, inclusi i tentativi di intimidazione della politica.
Questa volta il cemento potrebbe non entrarci nulla e in sua vece c’è il riciclaggio nelle attività economiche, un fenomeno non catturato dalle videocamere di sorveglianza ma che si taglia a fette. Paola Villa la scorsa settimana ha fatto un durissimo post contro Angelo Bardellino, primo erede anche morale di Ernesto Bardellino e nipote di Antonio, fondatore del clan dei casalesi. I Bardellino sono considerati un nome che conta molto nello scacchiere criminale analizzato ogni sei mesi dalla Dia e vengono citati in plurime relazioni di osservatori istituzionali.
Nel giro di poche ore lo stesso Angelo Bardellino ha dato della nazista a Villa per quel post pregresso. Nel substrato di questo scontro non c’è nulla di tangibile, a parte la recente condanna di Bardellino per violazione degli obblighi della sorveglianza speciale. Eppure la tensione in città è molto alta. Si è rotto un equilibrio e soprattutto si sono accesi i riflettori su una lingua di territorio assediata da famiglie dai nomi altisonanti, un lungo elenco di cui i Bardellino sono solo il primo.
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