Il fatto
02.03.2025 - 18:30
Dall'età della pietra a quella del silicio, i passaggi nello sviluppo tecnologico sono tappe verso rivoluzioni che cambiano drasticamente i modi di agire. Oggi sono le macchine a guidare le nostre scelte, orientare gli interessi, ricevere e creare simboli che forniscono letture codificate del mondo che ci circonda. Ma quando si parla di intelligenza artificiale è più importante la conoscenza di questa o l'intelligenza della coscienza? Cosa assume più rilevanza tra l'essere in possesso del perchè delle cose o la capacità di discernere cosa è giusto e cosa no rispetto ad un elenco di dati acriticamente fornito? Sono infiniti gli interrogativi che ruotano attorno al mondo dell'AI ma ritagliando un ambito di interesse tra concetti base e valori etici fondamentali, fare il punto della situazione è fondamentale per districarsi nella matassa di informazioni.
Lo scorso venerdì 28 febbraio, presso l'aula "Falcone Borsellino" della Procura della Repubblica di Latina, ha infatti avuto lungo "Uso e abuso della intelligenza artificiale - Algoritmi. Aspetti scientifici e giuridici", un convegno organizzato dalla Fidapa, rappresentata al tavolo dei relatori dalla presidente della sezione di Latina Romelia Avvisati e moderato dall'Avvocato Maria Antonietta Cestra dal taglio tanto preciso, lineare, coerente quanto trasversale e in grado di aprire finestre di riflessione su ambiti più disparati. Una tavola rotonda alla presenza del procuratore aggiunto Luigia Spinelli, del sostituto procuratore generale di Roma Carlo Lasperanza, del presidente dell’Ordine degli avvocati Giovanni Lauretti e del dottor Renato Masala consigliere dell’Ordine dei medici. Ad intervenire, oltre all'Avv.Cestra, Carlo Lasperanza, Stefano Crisci, Antonio Ballarin, Andrea Altieri, Paolo Perrone, Marco Zonaro, Giuseppe Viglialoro, Nuovo Gabriella e Laura Luna, addetti ai lavori nel ruolo di docenti, ingegneri, forze dell'ordine, psicologi hanno contribuito a costruire il filo di un discorso veramente complesso e ricco di zone grigie tutte da scoprire. Il magistrato Lasperanza ha posto l'accento sui vantaggi per le forze dell'ordine in termini di schedatura e riconoscimento, senza però dimenticare «che la dimensione intellettuale dell’uomo va oltre quella della macchina, perché noi viviamo sentimenti come altruismo e odio».
«Non possiamo fermare la tecnologia – ha spiegato il prof. Grisci - e quindi dobbiamo cercare di capire come vivere in questo flusso di dati con il potere della scissione, nel quale siamo qui ma anche altrove». In molti degli interventi è emersa la necessità di ragionare, di fronte alle potenzialità dell'intelligenza artificiale, in un’ottica di etica delle conseguenze: «Cosa succederà se non ci occupiamo di questo?» l'interrogativo sul quale i contributi dei relatori hanno costruito un quadro con riferimenti di senso importanti.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione