Il fatto
05.03.2025 - 17:00
Si torna a polemizzare sulla piscina comunale in merito all’attuazione della delibera di consiglio e della giunta Comunale che ha previsto la gestione della Open e l’addendum alla convenzione. A sollevare dubbi a margine di una commissione trasparenza nella quale il tema è stato sviscerato, è l’associazione dei Consumatori CodaconsLatina. Le principali criticità sollevate nella nota a firma del presidente provinciale Antonio Formiconi riguardano la mancata applicazione della ‘Carta della qualità dei servizi’ perché l'associazione sottolinea la necessità di una carta dei servizi che definisca standard di qualità e modalità di reclamo, come previsto dalla legge, l’assenza del Direttore Esecutivo del Contratto (DEC) che impedisce un controllo efficace sull'applicazione del contratto di gestione, l'irregolarità nell'assegnazione degli spazi e degli orari perché Codacons, così come avevano fatto notare anche le opposizioni, segnala che alcune associazioni sportive utilizzano spazi e orari non previsti dal piano economico finanziario (PEF), mentre altre, come l'Antares, vedono negate le proprie richieste.
«Nelle richieste fatte dall’Antares Nuoto e Pallanuoto Latina erano inclusi anche il lunedì ed il giovedì dalle ore 21,00 alle ore 22,30 - scrive il presidente - in linea con orari e spazi asseverati, ma ad oggi risultano spazi acqua ed orari pomeridiani, con la fascia compresa dalle ore 16,30 alle ore 18,00, concessi da Nuoto 2000 ad altre Associazioni Sportive, mentre da asseverazione tali spazi sono riservati esclusivamente ai corsi di nuorto ed alle attività primarie. Ad oggi, quindi, ci sono alcune Associazioni che si stanno allenando in orari e spazi non previsti dal PEF, mentre all’Antares che ha fatto la medesima richiesta, negli stessi giorni ed orari pomeridiani le corsie non sono state messe a disposizione. Le rimostranze sono state più volte presentate sia al Comune sia al gestore della piscina anche attraverso l’istituzione di un tavolo tecnico al fine di giungere ad una soluzione di conciliazione e/o soluzione bonaria, ma ad essa non faceva seguito alcunché».
L'associazione che tutela i consumatori segnala dunque anche la mancanza di risposta alle richieste di chiarimento e si riserva di intraprendere azioni legali, inclusa una class action, per tutelare i diritti dei consumatori e delle associazioni sportive, e per contestare la legittimità della delibera di affidamento «per danno da disservizio amministrativo, al fine di tutelare pienamente le ragioni e gli interessi degli utenti lesi dall’omessa o carente fruizione degli spazi della Piscina, ovvero delle associazioni Sportive presenti sul territorio e gli utenti che vedono lesi i loro diritti ed interessi nello svolgimento delle Attività Sportive».
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