Il fatto
20.03.2025 - 10:00
Dietro la carcerazione di un uomo di 47 anni per un caso di evasione dagli arresti domiciliari potrebbe esserci la soluzione che gli investigatori di Carabinieri e Polizia cercano da giorni indagando sull’ultima serie di rapine nelle attività commerciali, per lo più tentate, che avevano alimentato l’allarme tra gli esercenti di Latina, soprattutto a cavallo dello scorso fine settimana.
Gli indizi convergono su Francesco Pellegrini, personaggio con una lunga serie di trascorsi del genere alle spalle: sono stati i Carabinieri della Compagnia di Latina a chiedere e ottenere l’aggravamento della precedente misura restrittiva con il conseguente trasferimento in carcere, appunto mentre lavorano per consolidare gli elementi a suo carico per gli ultimi episodi a mano armata.
L’operazione è affidata ai militari del maggiore Paolo Perrone, attraverso il lavoro svolto in sinergia dalle pattuglie e dagli investigatori del Nucleo Operativo e Radiomobile.
Già nelle scorse settimane i carabinieri avevano chiesto all’autorità giudiziaria di valutare l’idoneità della misura cautelare adottata a partire dal giugno scorso nei confronti dell’uomo, nell’ambito di un’inchiesta per un caso di maltrattamenti tra le mura domestiche, in seguito appunto a un caso di violazione delle prescrizioni imposte dal giudice con l’evasione dal domicilio, documentato il primo marzo. Poi si erano verificate le rapine, la prima tentata la sera di mercoledì 12 nel market Decò in centro, poco più tardi la replica a segno presso la pizzeria Roxy di via Villafranca, sabato sera e domenica i tentativi ai locali Schiripizza di via Don Torello e al market Md di viale Le Corbusier, più un altro tentativo ancora una mattina prima del fine settimana, alle prime luci dell’alba, in un bar di via del Lido, tutte per opera di un uomo armato di taglierino o coltello.
In alcuni di questi casi il bandito era entrato in azione a volto scoperto e poi era fuggito a bordo di un’utilitaria grigia, quindi le operazioni di riconoscimento dei carabinieri avevano consentito di stringere subito il cerchio dei sospettati, trovando le prime conferme attraverso alcuni dettagli della vettura. Quando ormai gli indizi iniziavano a convergere con decisione sul nome di Francesco Pellegrini, è arrivato il provvedimento con il quale il giudice ha disposto l’aggravamento della misura cautelare, disponendo appunto il trasferimento in carcere.
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