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Cronaca

Resta in carcere il 28enne accusato di aver ucciso Cosimo Ciminiello

Il gip di Velletri ha convalidato ha convalidato il fermo di Massimiliano Santachiara, accusato di aver ucciso il 37enne con un colpo di pistola

Resta in carcere il 28enne accusato di aver ucciso Cosimo Ciminiello

Il gip del Tribunale di Velletri ha convalidato il fermo di Massimiliano Santachiara, ventottenne di Nettuno, accusato dell’omicidio di Cosimo Ciminiello. Il trentasettenne è stato ucciso con un colpo di pistola al petto in via Lucania, a Nettuno, la sera del 23 marzo. Davanti al giudice, Santachiara - difeso dagli avvocati Sandro Marcheselli del Foro di Latina e Angela Porcelli del Foro di Roma - ha scelto di non rispondere, ma ha dichiarato: «Sono innocente, non l’ho ucciso io». Resterà in carcere.
Determinanti per il fermo sono state le immagini di videosorveglianza che avrebbero ripreso l’auto dell’indagato nei pressi del luogo del delitto e in fuga pochi istanti dopo. Gli investigatori, supportati anche da analisi dei tabulati e testimonianze, ritengono solido il quadro indiziario.

Il proiettile, partito da un’arma calibro 22, ha colpito Ciminiello al petto. Il bossolo è stato rinvenuto accanto al corpo, ma l’arma del delitto non è ancora stata trovata. Sulle cause dell’omicidio vige ancora il massimo riserbo. L’ipotesi più accreditata è quella di un regolamento di conti legato al mondo della droga.

Ciminiello, originario di Modugno, lavorava per una ditta di trattamento delle acque. Era padre da pochi mesi e aveva tentato in passato un percorso di disintossicazione. Non aveva precedenti penali, ma l’uso di sostanze ne aveva segnato il vissuto. Aveva frequentato il liceo scientifico e successivamente l’università.

Santachiara, invece, è noto alle forze dell’ordine. Già arrestato nel 2018, era stato coinvolto in rapine ad Anzio e Latina, insieme alla madre e al compagno di lei. Ora è accusato di omicidio.

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