L'udienza
15.04.2025 - 12:06
"Gli ho prestato i soldi, dai 500 ai 600 euro al mese per quattro-cinque volte. A un certo punto il gioco d'azzardo è entrato nella vita di Christian e ha speso un patrimonio, l'eredità ricevuta dai genitori: 500mila euro". È quello che ha dichiarato oggi in Corte d'Assise a Latina il cugino di Christian Sodano, il finanziere che ha ucciso la madre e la sorella della sua ex fidanzata. L'imputato è accusato del duplice omicidio di René Amato, sorella della sua ex fidanzata e della madre delle ragazze Nicoletta Zomparelli, uccise nella villetta di famiglia con la sua pistola di ordinanza.
La strage di Cisterna era avvenuta il 13 febbraio del 2024. Nel corso della deposizione davanti alla Corte d'Assise presieduta dal giudice Gian Luca Soana e ai pm Valerio De Luca e Marina Marra, il cugino di Sodano, citato come testimone dalla difesa, ha spiegato che Christian era innamorato perso di Desirée. "Mio cugino non accettava che lavorasse in un locale. Voleva anche farle la proposta di matrimonio a Dubai o Parigi. Ha perso la testa per lei". In aula è emerso che Christian Sodano aveva il vizio del gioco. Era un'ossessione.
"Quando è morta la madre di mio cugino lui non ha avuto più limiti e ha speso tutti i soldi nel gioco e nei vestiti". Ha deposto lo psichiatra Leoluca Parisi consulente della difesa rappresentata dagli avvocati Lucio Teson e Leonardo Palombi che ha ricostruito la personalità dell'imputato. "Ho trovato una persona moderatamente depressa per quanto riguarda il tono dell'umore e mi ha colpito il suo atteggiamento distaccato. È come se non avesse realizzato in tutta la sua gravità quello che è accaduto".
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