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L'intervento

Ex MiraLanza, «bomba chimica nel cuore della città»

L’associazione "Tesori del Circeo" si oppone a qualsiasi progetto che preveda un impianto: «Subito un’ordinanza per fermare il biogas»

Miralanza, esposto del sindaco su presunti rifiuti

Un passato che brucia ancora e un futuro che fa paura.
È questo il quadro che emerge dalla denuncia lanciata da Francesca Capponi, presidente dell’associazione “Tesori del Circeo”, sulla vicenda dell’ex stabilimento MiraLanza di Pontinia.
Una storia che affonda le radici nel 2006, quando venne alla luce quella che fu definita una “bomba chimica”: fusti di carburante, xilene, residui potenzialmente letali stoccati all’interno dei capannoni in stato di abbandono.
«Per anni - denuncia Capponi - la cittadinanza è stata abbandonata, costretta a convivere con un arsenale chimico in decomposizione». Ed è proprio oggi, dopo quasi due decenni di silenzi e inazione, che arriva la proposta di una “riqualificazione”.
Ma l’associazione si oppone con fermezza a qualsiasi progetto che preveda la realizzazione di un impianto a biogas nell’area: «Perché questa improvvisa fretta di ‘riqualificare’? Cosa è stato incenerito in quei capannoni? Quali tossine hanno avvelenato la nostra aria»?.
Capponi chiede un intervento immediato da parte dell’amministrazione: «Il sindaco di Pontinia ha secondo noi un imperativo categorico: emettere immediatamente un’ordinanza ai sensi degli articoli 50 e 54 del D.Lgs. 267/2000 per bloccare con fermezza qualsiasi velleità di trasformare quell’area in un impianto a biogas».
A rendere ancora più allarmante la situazione, secondo l’associazione, è la mancanza di un rapporto dettagliato sui tassi di incidenza tumorale nella provincia di Latina, una lacuna che non può più essere tollerata: «È inaccettabile che, in assenza di un chiaro rapporto, si sia ignorata con tale noncuranza la sicurezza di quest’area».
Il messaggio è chiaro: basta con il silenzio e l’immobilismo.
«Urge un’azione risoluta per accertare la reale entità della contaminazione e bonificare il sito, anteponendo la salute pubblica a qualsiasi interesse speculativo o progetto commerciale».

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