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Processo Sodano, ultime testimonianze, la sentenza dopo l'estate

Ieri ascoltati un collega del 27enne e la zia. Il processo si avvia verso la conclusione con il deposito delle chat e la discussione fissata al 16 settembre

Processo Sodano, ultime testimonianze, la sentenza dopo l'estate

Siamo alle battute finali del processo a Christian Sodano, imputato del duplice femminicidio di Nicoletta Zomparelli e Renée Amato, madre e sorella della sua ex compagna Desirée.

Ieri mattina, nell’aula della Corte d’Assise di Latina, sono stati ascoltati gli ultimi due testimoni della difesa: un collega di Sodano, in servizio alla sezione navale della Guardia di Finanza di Ostia, e la zia che lo ha cresciuto dopo la morte dei genitori. Il collega ha confermato che il 13 febbraio 2024, giorno della strage, l’imputato gli comunicò di non poter andare al lavoro per malessere e ha fornito dettagli sull’uso e la custodia dell’arma di ordinanza. La zia ha descritto un giovane emotivamente fragile, alle prese con una spirale autodistruttiva fatta di gioco d’azzardo e spese eccessive, evidenziando anche i rapporti familiari stretti con la famiglia delle vittime. Ha confermato che Sodano custodiva l’arma in casa, smontandola ogni sera.

Le testimonianze puntano a dimostrare uno stato di instabilità emotiva dell’imputato, su cui la difesa basa la propria strategia per escludere la premeditazione. La Procura, invece, insiste sull’aggravante della premeditazione e sull’azione coercitiva esercitata da Sodano verso la ex compagna.

Il processo riprenderà il 16 settembre con le discussioni conclusive e la sentenza. Due settimane prima, la difesa dovrà depositare le chat tra Sodano e l’ex fidanzata, in formato cartaceo.

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