Cerca

Il fatto

Pedopornografia, chiesti 8 anni di condanna per il capo scout

Questa la pena richiesta dal pm, con l’aggiunta di 60mila euro di multa, nei confronti di Simone Di Pinto per le gravissime accuse

Perseguitano la figlia perché va a vivere col fidanzato, genitori a giudizio per stalking

Otto anni di reclusione più 60mila euro di multa: questa la richiesta di condanna del pubblico ministero Vittorio Bonfanti nei confronti di Simone Di Pinto, l’assistente capo scout di Terracina accusato di pedopornografia. Il 19enne, difeso dagli avvocati Ippolita Naso e Carmela Massaro, è agli arresti domiciliari dal 2 agosto scorso.

Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma (competente in materia di reati con vittime di minore età), Angela Gerardi, ha rinviato al prossimo 11 luglio quando la parola passerà alla difesa e poi verrà emessa la sentenza con rito abbreviato. I legali dell’imputato hanno chiesto il rito abbreviato condizionato all’acquisizione di una consulenza di uno psicologo pur non contestando la sua capacità di intendere e volere.

Tra il materiale che il giudice prenderà in esame al momento di emettere la sentenza ci saranno anche gli incidenti probatori di tre ragazzi, le chat, le foto e 292 filmati.


Ieri, in aula, hanno discusso anche le parti civili assistite dall’avvocato Pasquale Lattari: quattro minorenni (due di 16 anni, uno di 12 e uno di 10), rappresentati dai genitori, il Gruppo Scouts Agesci Terracina 3 della parrocchia di San Domenico Savio dove Di Pinto operava come educatore, il Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Lazio Monica Sansoni che con il centro antiviolenza per minori aveva ascoltato e orientato alla denuncia le famiglie dei bambini coinvolti, e le associazioni “Insieme a Marianna Aps” e “No Child Abuse”.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione