Il caso
25.06.2025 - 11:24
Assolta perchè il fatto non sussiste. E’ la sentenza emessa ieri pomeriggio dal giudice onorario del Tribunale di Latina Rosamunda Zampi nei confronti di una dirigente del Comune di Latina per la vicenda delle norme antincendio del Teatro Gabriele D’Annunzio. L’accusa contestata era quella di non aver ottemperato alle prescrizioni dei Vigili del Fuoco per ottenere il certificato prevenzioni incendi. Era stato il pm Marco Giancristofaro, titolare dell’inchiesta, a indagare per dei fatti che risalgono all’aprile del 2018 e a disporre la citazione diretta a giudizio con la prima udienza del processo fissata per il 25 gennaio del 2022.
La Procura aveva ipotizzato la presunta omissione di rendere efficaci le aperture e le uscite di sicurezza che si affacciano sulle scale esterne. Una vicenda dai risvolti paradossali che ieri si è conclusa con l’assoluzione della dirigente, presente al momento della lettura del dispositivo e che esce definitivamente di scena da questa vicenda. Nel corso del processo la difesa, rappresentata dall’avvocato Dino Lucchetti ha scardinato le accuse e alla fine la prospettazione offerta è stata pienamente accolta dal giudice che al termine della camera di consiglio ha emesso la sentenza.
Erano emersi diversi elementi, tra cui una circostanza: nel 2022 era arrivato il certificato di prevenzione degli incendi grazie a degli interventi del Comune che erano coordinati proprio dalla dirigente. Nel corso del processo erano strati ascoltati diversi dipendenti del Comune ma anche l’ex Assessore Ranieri che aveva sostenuto come il Teatro D’Annunzio era stato aperto per 30 anni senza agibilità, mettendo in rilievo dei contatti per risolvere la situazione con i Vigili del fuoco. Nel corso del processo la difesa dell’imputata aveva presentato anche una consulenza del professore Santarpia.
«Appare evidente che non vi sia alcuna prova - nè potrebbe esservi - trattandosi di un Ente pubblico che per legge deve autorizzare le spese con delibera della Giunta Comunale che l’architetto avesse l’autonomia di spesa per lo svolgimento delle funzioni delegatele. Viene meno il presupposto per ritenere l’architetto in posizione di garanzia da legittimarne l’incriminazione per le omissioni oggetto di contestazione», era riportato in una memoria difensiva depositata in Procura con relativa richiesta di archiviazione .
«E’ opportuno precisare che tutte le prescrizioni impartite dai Vigili del Fuoco e richiamate nei capi di imputazione sono state adempiute», era riportato nella memoria. L’imputata ieri prima della chiusura del dibattimento ha rilasciato spontanee dichiarazioni ricostruendo i fatti, poi camera di consiglio e la sentenza
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