Il fatto
10.07.2025 - 20:50
È stato assolto con formula piena dal Tribunale di Cassino, presieduto dal giudice Claudio Principe, un uomo di 52 anni di Formia imputato per mancato versamento degli alimenti alla figlia minore, obbligo previsto a seguito della separazione con la ex compagna. Il pubblico ministero aveva chiesto per lui una condanna a tre mesi di reclusione, ma la tesi difensiva dell’avvocato Pasquale Di Gabriele ha convinto il giudice. Secondo la difesa, infatti, l’omissione era solo parziale e dettata da una temporanea difficoltà economica, non da una volontà elusiva. Una posizione supportata anche dal comportamento successivo dell’imputato, che ha provveduto a versare una congrua somma per coprire gli arretrati prima della conclusione del processo. Nonostante ciò, la parte civile costituita ha chiesto la condanna dell’uomo, ritenendo insufficiente il pagamento effettuato e insistendo sulla necessità di una sanzione. Ma per il giudice Principe “occorre qualcosa in più rispetto al semplice inadempimento economico, peraltro parzialmente colmato, affinché si configuri il reato previsto dall’articolo 570 del Codice Penale”.
Soddisfazione è stata espressa dal legale del 52enne: «Il mio assistito – ha commentato l’avvocato Di Gabriele – è un padre separato che, pur in difficoltà, non ha mai inteso sottrarsi ai suoi obblighi. Appena è stato in condizione di farlo, ha provveduto al versamento.
La sentenza evita l’ulteriore beffa della condanna penale per un uomo che ha sempre cercato di fare la sua parte» . La decisione del tribunale rappresenta un principio giurisprudenziale importante: nei casi in cui l’omissione degli alimenti non sia totale, intenzionale o reiterata, ma derivante da situazioni oggettive e transitorie, la condotta non può automaticamente essere considerata penalmente rilevante. Una distinzione sottile, ma essenziale.
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