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Il caso

Uccise il padre a coltellate, rinviata a giudizio

L'accusa: omicidio volontario aggravato. Il processo per Aurelia Porcelli il 3 ottobre

Perseguitano la figlia perché va a vivere col fidanzato, genitori a giudizio per stalking

E’ stata rinviata a giudizio e il processo inizierà il 3 ottobre davanti ai giudici della Corte d’Assise di Latina per il reato di omicidio volontario aggravato. E’ quello che ha deciso ieri il giudice per l’udienza preliminare Laura Morselli nei confronti di Aurelia Porcelli, 38 anni di Latina, accusata di aver accoltellato, la mattina di domenica 22 settembre del 2024, il padre Guido di 67 anni, morto dopo poco più di un mese di ricovero nel reparto di rianimazione dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina.

Ieri pomeriggio in aula il pubblico ministero Marco Giancrostofaro ha chiesto il rinvio a giudizio mentre la difesa della donna - rappresentata dall’avvocato Daniele Giordano - aveva chiesto una perizia di natura biologica e psichiatrica e la riqualificazione del reato: da omicidio volontario aggravato in omicidio preterintenzionale. Alla fine e al termine di una lunga camera di consiglio il giudice ha letto il decreto che dispone il giudizio rigettando la richiesta di un incidente probatorio con una perizia psichiatrica.

Dopo oltre un mese di ricovero in condizioni disperate, l’uomo era deceduto per le complicanze della ferita inferta all’addome. Dall’accusa di tentato omicidio il reato contestato era diventato omicidio volontario aggravato. La donna era ricoverata anche lei in stato di arresto, nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Latina, fino al giorno in cui era riuscita a dileguarsi facendo perdere le proprie tracce. A Roma i Carabinieri l’avevano fermata nella zona di Trionfale era stata identificata e portata in carcere a Rebibbia. La tragedia si era consumata in poco tempo. Guido Porcelli, 67 anni, stava dormendo quando la figlia affetta da patologie psichiatriche, lo aveva accoltellato.

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