Il fatto
16.07.2025 - 12:22
Nel Lazio è stato accertato il primo caso di infezione da West Nile Virus (WNV), con un altro caso sospetto in attesa di conferma. Le due persone coinvolte, entrambe settantenni residenti a Latina e non collegate tra loro, sono attualmente ricoverate presso l’ospedale Goretti della città, come riportato da fonti sanitarie e confermato dall’Istituto Spallanzani di Roma.
La febbre West Nile è una malattia causata da un virus trasmesso principalmente dalle zanzare del genere Culex, che si infettano pungendo uccelli selvatici, i principali serbatoi del virus. Gli esseri umani e i cavalli possono contrarre l’infezione accidentalmente, ma non possono trasmetterla ad altre persone.
Nella maggior parte dei casi l’infezione è asintomatica o provoca sintomi lievi simili a quelli influenzali; tuttavia, in soggetti anziani o immunodepressi può evolvere in gravi forme neurologiche, con rischi anche di esiti permanenti o decesso.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), non esiste ancora un vaccino specifico né una terapia antivirale mirata: il trattamento consiste nel supporto ospedaliero nei casi più severi, mentre la prevenzione si basa soprattutto sul controllo delle zanzare e sulla protezione personale contro le punture.
In risposta a questi casi, è attesa una cabina di regia nel Lazio per coordinare le iniziative di sorveglianza e prevenzione, in linea con il Piano Nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle arbovirosi 2020-2025 che integra azione umana, veterinaria e ambientale.
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