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Basket, l'intervista

Maikcol Perez e un sogno dietro l'angolo chiamato Nba

Dalla "culla orange" della Smg Latina alla Baylor University, Wako Texas

Maikcol Perez e un sogno dietro l'angolo chiamato Nba

Maikcol Perez durante la nostra intervista

Sogni di un bambino cresciuto a pane e pallacanestro, di un ragazzo diventato adulto in fretta per amore della “palla a spicchi”, di quel canestro da domare, per quel sogno da realizzare.
Quello di Maikcol Perez è diventato realtà. Partito mercoledì 16 luglio alla volta della Germania e successivamente degli Stati Uniti, destinazione Baylor University, Wako Texas, e da lì lo slancio per essere ricordato come il primo giocatore di Latina, della nostra terra pontina, a giocare in Nba. Come dicono quelli più bravi di noi: tanta roba, davvero tanta roba.
Il cammino di Maikcol Perez, però, non sorprende più di tanto: il suo carattere di ferro, l’innata voglia di raggiungere i propri obiettivi, è talmente presente nella sua mente che fa passare in secondo piano il fatto che soltanto il prossimo 1 dicembre compirà 18 anni. Suoi coetanei sono dietro alle “emotion” degli iphone di turno: lui ha deciso di dominare il mondo con una palla tra le mani. Vuole farlo a grandissimi livelli, ricordando quello che è stato il suo passato vestito di arancione e pensando ad un presente che lo porterà a giocare in una delle squadre più forti come prima scelta dei futuri Draft. Il tutto dopo l’università, dopo un qualcosa che ha raggiunto con caparbietà, con quella voglia di arrivare sino in fondo, toccando con mano e rendendo concreti i propri obiettivi. Con il suo grande amore per questo sport.
Maikcol, ti senti un fenomeno?
"Sono un ragazzo che crede in quello che fa e che si impegna affinché i propri sogni diventino realtà. I fenomeni sono altri. Magari un giorno, molto presto mi auguro, ci giocherò insieme o contro".
Lo hai sempre detto: “Il mio sogno è quello, un giorno, di giocare in Nba”. Sembra che la strada intrapresa sia quella giusta.
"Step by step, un passo alla volta, ad iniziare dalla Baylor University, Wako in Texas. Un traguardo che è stato raggiunto davvero importante, forse impensabile sino a qualche anno fa".
Sappiamo, infatti, che non è stato facile, ma ci sei riuscito.
"Devo dire che quando è arrivata la notizia, è stato un po’ scioccante, perché fino a quando non si concretizza la cosa, ci pensi sempre. Nella vita non c’è mai nulla di scontato, ma l’importante è credere in quello che si fa ed io ci ho sempre creduto".
Prima in Germania per un torneo (è partito mercoledì 16 luglio), poi gli Stati Uniti.
"Sono contento, adesso, di intraprendere questo percorso perché come avete detto voi, prima c’è sempre stato quello che avevi in mente di fare. Ora tutto questo è realtà e non vedi l’ora di entrarci dentro".
Mario Provinzano, Marco Botticelli, Roberto Gallo: tre persone che hanno segnato in positivo la tua infanzia cestistica.
"Mi hanno regalato un sogno e dato la possibilità di poterlo coltivare. Persone alle quali sarò sempre grato per tutta la vita. Hanno significato molto per me".
La grande famiglia della Smg Latina, il minibasket a Santa Maria Goretti, il Nascosa, il “PalaRisaliti”.
"Latina è la mia città, Santa Maria Goretti prima e il Nascosa dopo sono stati molto più che semplici posti dove giocare a pallacanestro, almeno per me. Lì ho iniziato a muovere i primi passi, ad innamorarmi di uno sport meraviglioso, a coltivare questa passione per il basket. Lì sono nate le mie prime amicizie, ho giocato le mie prime partite e tanto altro ancora. E’ partito tutto da lì, da casa mia ed è meraviglioso pensare che tutto questo non mi abbandonerà mai".
Quindi?
"Non posso che non essere grato a chi ha favorito e supportato questo mio desiderio di giocare a basket. Sono grato alla Smg Latina e a tutte le persone che la compongono e ora che andrò in America mi porterò dietro tutto questo. Oggi, che sto andando dall’altra parte dell’oceano, tutto quello che ho fatto prima mi servirà, eccome. Mi farà sentire meno solo".
E dire che papà Rafael, dall’alto della sua esperienza (è stato ad un passo dal giocare nella Major League, ndr), ha provato ad indirizzarti verso il baseball.
"Sì, è vero, ma una volta presa una pallina addosso, decisi che era meglio giocare con una più grande».
Alla fine, ci hai visto giusto, anche perché sono in molti a pensare che tua sia un profilo giusto per l’Nba.
«Siamo sulla buona strada, e il primo ad esserne convinto sono io".
Pensi spesso a quello che potrà accadere da qui a poco?
"Sono sincero, ci penso sempre. Con il passare del tempo siamo sempre più vicini al traguardo, anche se è giusto ed opportuno restare con i piedi per terra e guardare al presente".
Come a dire che...
"C’è ancora tantissimo da fare. Se è vero che andrò in America è altrettanto vero che mi voglio preparare nel migliore dei modi per farmi trovare pronto. Poi, quando sarà il momento, ci sarò, di questo potete esserne certi".
Il ferro va battuto, come si usa dire, fin quando è caldo. Ecco perché immaginiamo che non passi giorno che tu non pensi al prossimo traguardo da raggiungere.
"Giorno dopo giorno c’è sempre la stessa idea di realizzazione, è sempre più crescente il desiderio e la convinzione di poter arrivare in meta. Voglio giocare il prima possibile in Nba e ci riuscirò".
Sentendoti parlare e pensando che compirai 18 anni il prossimo 1 dicembre, il pensiero va a tanti tuoi coetanei che vivono con il telefonino incollato alle mani.
"Sono giovane come loro, ma allo stesso tempo sono stato sempre convinto di quello che facevo ed oggi, più di ieri, fiero di aver fatto questa scelta".
Quella, anche, di aver dato la giusta ed opportuna importanza agli studi e di essere molto bravo a scuola.
"Altrimenti non sarei finito in una Università americana. Ho sempre pensato, e continuo a farlo, che studio e sport possano e debbano andare di pari passo".
Maikcol Perez può essere un esempio per tanti giovani?
"Sarei il ragazzo più felice di questa terra se fosse così. Io non ho avuto un Maikcol Perez come esempio da seguire".
Un prototipo perfetto di atleta, o cosa?
"Un ragazzo pieno di voglia di fare, prima di ogni altra cosa. Il resto si vedrà con il tempo".
Durante il torneo “Basket in Piazza”, abbiamo visto tanti bambini chiederti l’autografo o un selfie: che effetto ti fa tutto questo?
"Bello, inutile nasconderlo. Spero che, come è accaduto a me, credano di poter realizzare i loro sogni. Glielo auguro di tutto cuore".
Ti fa paura l’America?
"Non vedo l’ora di andare, perché comunque è un posto nuovo, una cultura completamente diversa e sono curioso di viverla in prima persona. Credo che non avrò problemi ad ambientarmi".
Si è parlato di 2028-2029 come possibile scelta nei Draft Nba.
"Sinceramente spero anche prima, magari nei prossimi due anni".
Hai mai pensato a quella che potrebbe essere, quel giorno, la reazione della tua città, dei tuoi amici, delle persone che hanno contribuito alla tua crescita?
"Posso immaginare la loro felicità: prima, però, arriviamo a questo traguardo. Mi aspetto comunque, da parte di tutta la città, un fortissimo abbraccio, anche se simbolico, un aiuto e un sostegno. Avrò bisogno di tutto questo, anche se a distanza. Latina sarà sempre la mia città anche se io sarò lontano migliaia di chilometri".
Hai sempre detto: non mi ispiro a nessuno, voglio essere Maikcol Perez e basta.
"Secondo me ognuno ha il proprio cammino da compiere. Padrone del proprio destino, cercando di scrivere la propria storia senza per forza di cose assomigliare a questa o quella persona".
Magari, da qui a poco, qualcuno si ispirerà proprio a Maikcol Perez.
"Vorrei essere da esempio per gli altri, perché no. Sarebbe fantastico".
Nel 2000, guardando il terracinese Alessio Sartori vincere l’oro olimpico con il quattro di coppia alle Olimpiadi di Sydney, Romano Battisti, da Maenza, disse al padre: “Se c’è riuscito lui, posso riuscirci anch’io”. Dodici anni dopo, in barca con lo stesso Alessio Sartori, vinse l’argento ai Giochi di Londra.
"Una storia che non conoscevo e che nel momento in cui la sento, mi fa venire in mente come sarebbe bello che un giorno, un altro ragazzo di Latina, prendendo esempio da quello che sto realizzando, possa dire al papà o alla mamma, la stessa cosa".
Mamma Giuliana e papà Rafael?
"Mi mancheranno, ma so che sono fieri di me ed è questa la cosa più importante. Ho voluto con tutto me stesso questa avventura e sono convinto che la strada intrapresa mi porterà molto lontano. Loro mi hanno appoggiato e continueranno a farlo. Li sento molto vicini".
Ci racconti di quando, durante l’Nba Junior Camp ad Abu Dhabi nel 2022, un certo Shaquille O’Neal, ti disse: “Maikcol, questa sera farai la gara delle schiacciate”.
"Rimasi basito, ma accettai il tutto come il più bel regalo che qualcuno mi potesse fare. Devo dire che mi disimpegnai bene, feci una gran bella figura".
E quell’uno contro uno con Giannīs Antetokounmpo sempre ad Abu Dhabi?
"Indimenticabile, conservo una foto (anche noi, ndr) di quel momento".
Facciamo una promessa a chi ci legge? A quando l’esordio in Nba? Proviamo a dare una data?
"Il prossimo anno, l’obiettivo è quello".
La più bella risposta che potessi regalare ai nostri lettori.
"Farò in modo di non essere smentito. Anche perché, in cuor mio, sono convinto di potercela fare".
Non resta che cominciare ad organizzarci, iniziando col prenotare i biglietti.
"Quel giorno, quando accadrà, sarebbe bellissimo avere accanto innanzitutto la mia famiglia, i mei amici, tutte quelle persone, come ho avuto modo di dire prima, che hanno reso possibile tutto questo. E spero che quel giorno arrivi presto, perché muoio dalla voglia di toccare con mano un sogno che, lo sento, sta diventando realtà. Lo voglio con tutto me stesso".

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