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La storia

Dona un rene al figlio: il gesto d’amore di una madre

Paola ha deciso di sottoporsi a un trapianto per salvare il figlio malato

Dona un rene al figlio: il gesto d’amore di una madre

L’amore di una madre per il figlio alle volte può essere davvero sconfinato, si può spingere al limite. Di fronte alla malattia del figlio, quello che forse ha più protetto tra i tre, Paola non ha avuto nessun dubbio. Quella che vi stiamo per raccontare è una scelta che cambia la vita di una famiglia intera. Paola Giaccherini e di suo figlio Lelio, sono in qualche modo collegati anche a questa testata, a noi giornalisti: sono loro che gestiscono una delle poche edicole rimaste in città, quella di Piazza Buozzi, proprio di fronte al Tribunale. A 22 anni, Lelio scopre di avere una malattia che ha un nome quasi spaventoso, la Glomerulonefrite mesangio proliferativa igm, una patologia che porta ad un accumulo di immunoglobuline M (IgM) nel mesangio renale, una componente dei glomeruli, che può portare a infiammazione e danni ai reni. Danni come un’insufficienza renale cronica. Lelio ne soffre da sempre, nell’ultimo anno è stato sottoposto a dialisi. E’ difficile vivere con questa patologia, diventa difficilissimo quando poi si rompe anche l’ascensore di casa e Lelio resta quasi bloccato in casa, in piena estate. Paola da tempo ha preso una decisione importante: quella di donare un rene al figlio, ridargli la vita, di nuovo. Staccarlo dai macchinari, dalle visite mediche, da una vita sempre col pensiero che i reni smettano di funzionare. Inizia un lunghissimo iter - tra l’Ospedale Santa Mari Goretti, con il reparto di Nefrologia, e l’Ospedale Gemelli di Roma e la sua equipe di trapianti - perché i trapianti da donatore vivente sono in aumento, ma rappresentano ancora una percentuale minore rispetto ai trapianti da donatore deceduto. Il rene è proprio uno degli organi che viene donato di più in questo caso e se nel 2023 sono stati effettuati 2.256 trapianti di rene, sono solo 346 quelli da donatore vivente.

Quando Paola prende questa decisione lo fa convintamente, non le viene nessun dubbio: nonostante le ansie degli altri due figli, dei familiari, lei inizia un percorso fatto di esami, di controlli, di colloqui con gli psicologi. È stato un percorso lungo che Paola ha condiviso con poche persone che, con lei, hanno atteso la data dell’intervento. «Ci operiamo il 22 luglio - ha annunciato Paola - ora l’ultimo passaggio è con il giudice, l’ultima chance per tirarmi indietro. Ma non lo farei mai». C’è un particolare che segna l’esito di questa storia. La compatibilità di Paola con Lelio è altissima, stupisce anche i medici. Quasi una clonazione. Il giorno dell’intervento l’edicola resta chiusa, chi sa resta col fiato sospeso e in tanti mercoledì si affacciano in edicola e chiedono alla compagna di Lelio notizie. «È andati tutto bene» dice, con un sorriso incredulo. È andato così bene che il rene che Paola ha dato a Lelio ha iniziato subito a funzionare, come se in qualche modo ne avesse riconosciuto l’origine. Paola da ieri è a casa, a Cisterna. Per Lelio ci vorrà ancora qualche giorno. Un gesto che parla di amore infinito e di rinascita, una storia che potrà, forse, ispirare chi sta vivendo una storia come quella di Paola e Lelio.

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