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Il caso

Finisce a Barcellona la latitanza di Massimiliano Del Vecchio

Blitz dei Carabinieri del Nucleo Investigativo. E' stato sorpreso mentre era dal dentista

Finisce a Barcellona la latitanza di Massimiliano Del Vecchio

La latitanza di Massimiliano Del Vecchio è finita in Spagna a Barcellona dove ieri mattina lo hanno arrestato i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina. Era in una clinica odontoiatrica. Lo hanno bloccato mentre stava uscendo. Non ha opposto resistenza e aveva dei documenti falsi. Sono stati i militari - coordinati dal tenente colonnello Antonio De Lise - al termine di una meticolosa attività investigativa a individuare e a catturare il 42enne di Fondi, inserito nella lista dei latitanti pericolosi del Ministero dell’Interno. Era ricercato da quasi due anni.

Nelle carte delle inchieste, a partire da Risiko, il ruolo è quello di leader, era al vertice di un gruppo criminale specializzato nel narcotraffico che aveva assunto il potere anche con la forza e con una serie di attentati nella piana di Fondi. L’operazione internazionale che si è conclusa ieri tra Italia e Spagna è stata portata a termine insieme al personale dell’Al Equipo de Huidos di la Justicia de Uco (Guardia Civil) ed è stata coordinata dal Comandante Provinciale il colonnello Christian Angelillo.


Le indagini e la cattura sono state condotte con la Procura Distrettuale di Roma e con il supporto anche di Eurojust e del Servizio per la Cooperazione Internazionale di polizia, partendo dall’analisi e dall’osservazione delle tracce isolate sia sul web che dall’analisi dei circuiti internazionali del ricercato. Si chiama web patrolling ed è una nuova frontiera investigativa.


Del Vecchio era stato destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Roma. In base a quanto è emerso il gruppo capeggiato dai gemelli Massimiliano e Gianluca Del Vecchio e da Johnny Lauretti, poi diventato collaboratore di giustizia, smerciava quantità imponenti di droga, in particolare hascisc e cocaina utilizzando fonti e canali riconducibili anche alla criminalità nazionale. Il ruolo di Massimiliano Del Vecchio era di primissimo piano come riportato nelle carte dell’inchiesta. «Era in rapporto con i cartelli criminali su Roma», hanno osservato gli inquirenti.


«Manteneva un costante collegamento tra gli associati anche nei periodi di detenzione - avevano messo in luce gli investigatori - attribuendo a ciascuno specifici ruoli dando disposizioni anche ai partecipi delle modalità di realizzazione delle condotte di cessione nonchè delle estorsioni.

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