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Il fatto

Il Majorana: la nostra scuola ha perso un fiore

Lettera del dirigente a nome anche dei docenti, l'appello a tutti, ai ragazzi, le famiglie e al mondo della scuola

 Il Majorana apre i suoi spazi agli studenti, alle famiglie, alla città
Era un fiore, ricorda il dirigente scolastico del Liceo Ettore Majorana, Domenico Aversano in una lettera firmata anche dai docenti. Voleva fare la criminologa. Aveva dei sogni che si sono infranti. La morte della studentessa che sabato avrebbe compiuto 17 anni ha scosso il Liceo che frequentava, il mondo della scuola, le persone che neanche la conoscevano ma che sono rimaste turbate da questa dolorosa e crudele vicenda.  C’è una lettera pubblicata sul sito del Liceo Scientifico che si conclude con un Ciao rivolto alla giovane studentessa che è anche il titolo del testo.  
«Nella notte tra venerdì e sabato il Liceo Majorana ha perso un fiore. Tutti noi ci stiamo chiedendo da giorni cosa sia sfuggito, cosa potevamo fare e non abbiamo fatto, cosa non abbiamo capito. Siamo stati giorni a discutere, ad interrogarci su cosa potevamo fare. Quest’evento ha messo a dura prova tutti noi, ha scosso tutte le nostre certezze, ci ha fatto capire ancora una volta quanto sia complesso lavorare con i ragazzi. Il lavoro del docente - ricorda il dirigente scolastico - è un lavoro che non si può paragonare a nessun altro. Esprimere un giudizio non equivale a misurare una distanza o una qualsiasi altra quantità. Abbiamo a che fare con persone a cui un giudizio negativo su una performance può significare un fallimento della persona stessa, dell’essere umano che quella performance ha espresso. Purtroppo, però, la sua vita è stata spezzata per sempre. I suoi sogni si sono infranti.  Posso solo immaginare il dolore dei suoi genitori e del suo fratellino». Il preside si rivolge ai ragazzi, alle famiglie e ai docenti:  «Vorrei fare un appello a tutti i nostri studenti: parlate sempre delle cose che vi angosciano, parlate con i vostri genitori, parlate con i vostri professori, parlate con i vostri amici, venite da me, non tenetevi le cose dentro. E ricordatevi che non siete numeri, non siete un voto. Una verifica è andata male? Un anno mi hanno fermato? Va bene. Mi impegnerò di più e recupererò. Il voto è il risultato di una prestazione, non è un giudizio sulla persona. Siete tutti speciali e la vostra vita è troppo preziosa per buttarla via». L’appello è rivolto anche agli insegnanti. «Ascoltiamoli i nostri studenti. Conosciamoli a fondo, lasciamo che ci confidano le loro ansie, i loro timori, i loro fallimenti e i loro successi. I ragazzi hanno bisogno di punti di riferimento - ricorda il dirigente -  hanno bisogno di essere ascoltati, compresi e, qualche volta, anche redarguiti. Qualche volta possiamo anche fare a meno di correre, di inseguire i tempi previsti nella programmazione disciplinare, per cercare invece di ascoltare gli Esseri Umani  che abbiamo di fronte».  Il dirigente parla alle famiglie: «A voi genitori vi chiedo di interloquire sempre con la scuola. Venite, discutiamo insieme e cerchiamo di lavorare per il bene di questi ragazzi che diventano ogni giorno più fragili».  Oggi alle 15  i funerali  nella chiesa del Sacro Cuore. Intanto non si escludono accertamenti sulle modalità con cui venerdì è stata comunicata la bocciatura. La studentessa, dopo che per la seconda volta consecutiva era stata respinta agli esami di riparazione, si è lanciata dal balcone della sua abitazione. E’ morta alcune ore dopo in ospedale. La sua scomparsa ha sconvolto tutti. 

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