Il caso
22.11.2025 - 18:05
A margine dell’indagine ancora aperta sul caso Sep, la stessa società, per il tramite di Massimiliano Setaro, attuale legale rappresentante della Società Elettrica Ponzese, ha chiesto il permesso a costruire «per la realizzazione di opere di manutenzione straordinaria pesante, con riduzione della vulnerabilità sismica mediante la messa in sicurezza operativa della ex centrale di via lungomare Cesarano».
A seguito di tale istanza si è indetta la conferenza di servizi nella quale è stata chiamata ad esprimere parere anche l’Autorità di Bacino in relazione alla compatibilità dei progetti proposti con gli indirizzi degli atti di pianificazione di propria competenza.
Ma è stata proprio l’Autorità a chiedere ulteriori delucidazioni al Comune di Ponza negli ultimi giorni.
E in specie sul fatto che «la documentazione trasmessa è priva di qualsiasi elaborato cartografico descrittivo»; a prescindere ad ogni altra eccezione l’Autorità di Bacino ricorda che l’intervento «risulta ricadere in corrispondenza di un’area classificata a pericolo di frana molto elevato e rischio R4 per la presenza di un fenomeno franoso per crollo massi, allo stato attivo... in particolare nella banca dati risulta una scarpata in frana con parte superiore molto instabile... il fissaggio superiore delle reti appare insufficiente».
Il progettista che ha redatto il piani per l’intervento allegati alla richiesta di permesso a costruire afferma che questi rientrerebbero tra quelli per i quali la società ha facoltà a presentare istanza mentre l’Autorità sottolinea come quel tipo di progetto non è compatibile con l’assetto idrogeologico di grave rischio franoso proprio dell’area su cui si prevede di realizzare le opere.
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