Il caso
28.11.2025 - 09:00
Incidente probatorio ieri mattina in Questura a Latina nel corso dell’inchiesta sulle rapine che ha portato in carcere due giovanissimi residenti a Latina. Le vittime sono sei minori chiamati a testimoniare nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Squadra Mobile di Latina. Negli uffici di corso della Repubblica - davanti al pubblico ministero Giuseppe Miliano, titolare dell’inchiesta e al gip Giuseppe Cario - si è svolta la ricognizione. Alcune parti offese hanno riconosciuto come responsabile dei fatti un indagato, per l’altro invece non era arrivato un riconoscimento complessivo da parte di tutti. L’incidente probatorio è servito per cristallizzare la prova ed è stato uno step importante dell’inchiesta. Le rapine avevano suscitato un profondo allarme sociale ed erano state registrate lo scorso agosto.
Era stato il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Cario ad accogliere le risultanze investigative ed emettere un provvedimento cautelare come quello del carcere sulla scorta delle gravissime condotte contestate ai due giovani. I due indagati sono difesi dagli avvocati Riccardo e Davide De Mauri ed Emanuele Farelli. Anche il Tribunale del Riesame aveva lasciato inalterate le esigenze cautelari lasciando in carcere Rachid Morchidi e Kim Gavin Murorunkwere entrambi di 20 anni che avevano seminato il panico in città. «Guarda hai 20 euro che devo pagare un buffo, poi te li ridò», era stata una delle frasi per terrorizzare le vittime e avvicinarle.
Significative le testimonianze in fase di indagini preliminari quando i poliziotti avevano ricostruito i fatti. «Uno mi aveva bloccato davanti e uno di dietro, non avevo possibilità di allontanarmi e di dire no alla loro richiesta senza entrare in contatto con loro». E poi un altro aveva aggiunto: «Ho capito che litigare voleva dire che mi avrebbero aggredito, ho ceduto la banconota da 20 euro che era l’unica che mi era rimasta». Le vittime hanno un’età tra i 15 e i 17 anni. In una circostanza due ragazzi seduti su una panchina la sera dell’11 agosto erano stati prima avvicinati e poi salutati dai due giovani indagati.
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