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Giudiziaria

Condanna definitiva per l’ex capo scout: 7 anni con sconto di pena per rinuncia all’appello

Il 20enne è stato riconosciuto colpevole di reati sessuali e ricatti ai danni di minorenni adescati online: confermati i domiciliari e i risarcimenti alle vittime dopo l’inchiesta della Polizia Postale.

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La condanna di 7 anni è diventata definitiva ma con uno sconto di pena di 14 mesi - un sesto di riduzione - per la decisione di non ricorrere in appello da parte del 20enne Simone Di Pinto, l’ormai ex assistente capo scout di Terracina che lo scorso 11 luglio era stato condannato dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma, Angela Gerardi, per pornografia minorile, stalking, estorsione, violenza sessuale e pornografia virtuale. Per lui arrivò anche una multa di 26mila euro. Concesse le attenuanti generiche per reati aggravati dalla minore età delle vittime.

Di Pinto era stato arrestato il 2 agosto 2024 e condannato anche al risarcimento dei quattro minorenni coinvolti, oltre che delle associazioni costituitesi parte civile. Il giudice aveva imposto inoltre il divieto di avvicinamento a luoghi frequentati da minori. Nonostante la richiesta iniziale della procura fosse di 8 anni di reclusione e 60mila euro di multa, la pena è stata ridotta per la scelta di non presentare appello. Il giovane, difeso dagli avvocati Ippolita Naso e Carmela Massaro, resta ai domiciliari con permesso di frequentare l’università.

Le indagini erano partite da un ricatto online ai danni di due minorenni, contattati tramite un falso profilo Instagram con cui l’imputato, spacciandosi per una ragazza di 17 anni, aveva ottenuto materiale compromettente minacciandone la diffusione. L’intervento della Polizia Postale aveva portato al sequestro dei dispositivi e all’avvio dell’inchiesta che ha poi ricostruito l’intera vicenda.

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