Il processo
17.12.2025 - 08:00
Revocata la misura degli arresti domiciliari per l’uomo, si tratta di L.M., queste le sue iniziali residente a Latina, accusato di violenza sessuale nei confronti della cognata. Il processo che si sta svolgendo in Tribunale - davanti al Collegio penale presieduto dal giudice Gian Luca Soana - è alle battute finali. Ieri mattina è ripreso con la testimonianza davanti al pubblico ministero Marina Marra della psicologa criminologa Alessia Micoli che ha depositato le conclusioni relative alla consulenza sull’attendibilità della parte offesa. Ha sostenuto - nel corso del dibattimento - che la vittima ha una disagio per degli eventi traumatici del passato ma è stata ritenuta attendibile. La parte offesa nel corso della penultima udienza quando aveva ricostruito i fatti aveva pianto durante la sua deposizione che a tratti era stata sofferta quando si era trattato di ripercorrere quello che era successo. In base a quanto riferito dalla consulente la ricostruzione della donna è ritenuta coerente e davanti alla psicologa ha dichiarato e confermato quanto aveva già raccontato nel corso della deposizione in aula. L’imputato che era stato sottoposto ad una misura restrittiva è difeso dagli avvocati Fabio La Macchia e Barbara Brugnettini che hanno contestato la consulenza. L’uomo era stato arrestato nell’ambito di una indagine condotta dai Carabinieri della Compagnia di Latina. Secondo quanto è emerso avrebbe costretto la parte offesa a subire atti sessuali contro la sua volontà; in un caso le ha strappato dalle mani le chiavi di casa e ha chiuso a chiave la porta. In quella circostanza ha iniziato a palpeggiarla, afferrandola per le spalle e ha compiuto atti sessuali. E’ emerso che la donna è idonea a rendere una testimonianza. Dopo una prima denuncia la vittima ha presentato un’altra denuncia con una integrazione fornendo altri elementi. I fatti contestati erano avvenuti nel maggio del 2024. Era stata drammatica - nel corso della precedente udienza - la testimonianza della vittima degli abusi che tra le lacrime aveva ricordato i fatti in maniera molto dettagliata: «Mio cognato era ossessionato e ha abusato», fino alle minacce gravissime. «Maledetta ti butto giù casa». Il processo riprende il 10 marzo quando è prevista la discussione con la sentenza. Nei confronti dell’uomo è stato disposto il divieto di avvicinamento alla parte offesa e ha il braccialetto elettronico.
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