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Il fatto

Bomba nell'auto, primi interrogatori in cerca di un movente

In Questura ascoltati il proprietario della vettura danneggiata dall'attentato e altre persone informate sui fatti

Bomba nell'auto, primi interrogatori in cerca di un movente

Un altro episodio enigmatico terrà impegnati gli investigatori della Polizia e i magistrati della Procura di Latina in cerca di una chiave di lettura per quella che appare come l’ennesima azione di forza, un messaggio forte per il destinatario, oltretutto all’esterno delle zone rosse individuate dalle istituzioni per intensificare i controlli e porre fine all’impietosa escalation di deflagrazioni. A differenza del precedente più recente, quello di fine novembre in viale Kennedy, l’indagine ruota attorno a un punto fermo: se nel caso di un mese prima non era ben chiaro a chi fosse rivolto il gesto intimidatorio, questa volta la vittima deve essere individuata nel proprietario della vettura, perché l’episodio non sembra prestarsi a ricostruzioni alternative. Per questo ieri stesso gli investigatori della Squadra Mobile hanno interrogato il romeno di 45 anni, con l’obiettivo di contestualizzare l’episodio rispetto al suo vissuto, ovvero intavolare le prime ipotesi sul movente dell’attentato. E come lui sono state ascoltate altre persone potenzialmente informate sui fatti.
Per ora il profilo del proprietario della Renault Scenic distrutta dalla bomba carta non sembra fornire spunti utili all’indagine. L’uomo vive da diversi anni a Latina, ma conduce da sempre una vita modesta, votata al lavoro e alla famiglia. È impiegato nel settore dell’edilizia soprattutto come tinteggiatore e vive in un quartiere popolare, considerato un luogo difficile della periferia di Latina. Inoltre possiede una vettura di quarta mano, di scarso valore. Insomma, non è il personaggio che ti aspetti nel mirino di un attentato del genere. Soprattutto tenendo conto del fatto che, visto il contesto storico nel quale si inserisce l’episodio, chi ha deciso di innescare una bomba carta nella sua auto ha voluto conferire una certa importanza alla vicenda, al netto di eventuali collegamenti con i fatti precedenti.
Perché per ora gli investigatori non sembrano trovare un appiglio per legare l’attentato esplosivo di ieri mattina con gli altri episodi analoghi registrati nel capoluogo a partire dall’inizio di maggio. L’unico filo conduttore fino a ieri sembrava essere stato lo spaccio di droga, ma nel caso di via Corridoni l’unico riferimento agli stupefacenti è di natura territoriale, perché il quartiere Nicolosi è stato a lungo una piazza di spaccio ambita per le organizzazioni criminali che si sono alternate ai vertici della mala latinense. Se non fosse che il proprietario della Renault Scenic non sembra legato alle dinamiche intraviste dietro gli altri attentati. In ogni caso l’effetto cercato da chi ha voluto colpirlo in questa maniera, sembra nascondere proprio l’intenzione di collegare la sua figura agli interessi che hanno motivato gli episodi precedenti.

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