Il fatto
29.12.2025 - 07:00
Un’altra bomba è stata fatta esplodere ieri notte, ancora una volta per recapitare un inquietante avvertimento. È successo una decina di minuti prima delle ore 2 all’ingresso di un appartamento in via Franco Faggiana, vicino Borgo Isonzo, devastato dalla deflagrazione di un ordigno innescato con la chiara intenzione di colpire chi si trovava all’interno dell’abitazione. A dare l’allarme è stato proprio il possibile destinatario dell’attentato esplosivo, un uomo di 47 anni che vive in casa della madre: entrambi dormivano, ma sono stati svegliati dal potente boato, avvertito distintamente in tutto il circondario.
L’episodio rappresenta un altro rebus per gli inquirenti perché la vittima è un cuoco che ha qualche precedente penale alle spalle, ma non sembra essere legato a contesti criminali che possano giustificare un attentato di tale portata. In ogni caso chi ha agito ieri notte, lo ha fatto certamente in maniera mirata: è la collocazione dell’appartamento preso di mira a suggerire che non può essersi trattato di un episodio accidentale. Prima di tutto è successo in una zona di periferia, a sud di Latina, all’interno di un complesso residenziale che conta tre palazzine. L’autore del gesto intimidatorio si è addentrato nel condominio, potendo contare sul cancello sempre aperto, ma doveva conoscere la zona e la collocazione dell’obiettivo, perché l’abitazione non affaccia sulla strada, ma verso l’interno. Inoltre madre e figlio vivono in un appartamento al piano rialzato, dotato di accesso indipendente con scala autonoma sul retro dell’edificio rispetto all’ingresso della scala condominiale.
La bomba è stata innescata e piazzata proprio davanti alla porta dell’accesso indipendente, una sorta di terrazzino dove c’erano diversi arredi, un armadietto, la caldaia e la lavatrice. Insomma, non si è trattato di un ordigno lanciato a caso: comunque l’attentatore intendeva colpire un condomino di quel complesso e doveva conoscere bene il 47enne se sapeva come arrivare alla porta d’ingresso della casa del genitore. Fatto sta che a quell’ora nessuno ha notato movimenti sospetti. Lo stesso destinatario del gesto intimidatorio si trovava a letto quando è avvenuta l’esplosione e quando è corso a vedere non c’era più nessuno. Al tempo stesso non è stato in grado di fornire indicazioni utili alle indagini, spiegando agli investigatori di non avere subito minacce in precedenza.
Con i poliziotti della Squadra Volante della Questura di Latina sono intervenuti anche i vigili del fuoco per verificare che l’esplosione non avesse danneggiato gli impianti mettendo a rischio la sicurezza dell’edificio. Poi l’area è stata passata al setaccio dagli specialisti della Polizia scientifica in cerca di tracce utili alle indagini. Come i frammenti dell’ordigno per stabilire quantomeno la tipologia di bomba utilizzata.
La carica esplosiva doveva essere piuttosto potente, perché la deflagrazione ha fatto saltare il tavolino e le sedie, ha distrutto i vasi con le piante e l’armadietto sul terrazzino, ha rotto il vetro e fatto saltare la serranda della finestra adiacente alla porta d’ingresso, ha spezzato la soglia di travertino posta sopra agli infissi, ma ha pure provocato uno spostamento d’aria che ha danneggiato suppellettili all’interno della casa. Il boato è stato sentito chiaramente anche all’interno dell’ospedale ortopedico Icot che confina con il complesso residenziale e dista poche centinaia di metri dal luogo dell’attentato. In molti, tra i degenti, sono stati svegliati dall’esplosione e qualcuno ha raccontato ieri mattina di avere sentito i vetri della camera tremare. Nessuno tra loro immaginava che si trattasse di un attentato.
Del caso si stanno occupando gli investigatori della Squadra Mobile, intervenuti ieri notte per ascoltare la vittima e ispezionare la zona in cerca di telecamere di video sorveglianza che possano rivelare dettagli utili all’individuazione dell’attentatore.
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