Il caso
04.01.2025 - 11:00
I numeri certificano l’ effetto Satnam. Prima della morte del bracciante agricolo indiano il fenomeno del caporalato sembrava sottotraccia. Poche, anzi pochissime denunce, ridotta visibilità mediatica ma c’è da sottolineare che c’è sempre stata attenzione investigativa. Due anni fa esatti nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario in Corte d’Appello a Roma, tra le prime emergenze della provincia di Latina, il Procuratore Generale aveva parlato del caporalato. «E’ purtroppo rilevante nel circondario, in relazione dell’estesa dimensione della forza lavoro in condizioni di precarietà soprattutto in agricoltura. Sono numerosi i procedimenti in fase di indagini che vedono la proficua collaborazione da parte delle forze di Polizia», aveva messo in luce. Adesso ci sono più denunce, più procedimenti penali e di conseguenza ci sono stati ancora più controlli. Bastano poche cifre per avere un’indicazione. Nel 2023 sono state in tutto otto le iscrizioni per reati legati al caporalato in Procura a Latina e interessano un’area - sotto il profilo giudiziario che copre buona parte della provincia (da Aprilia fino a Fondi). Un anno dopo e cioè fino al 17 giugno, il giorno del terribile incidente sul lavoro, erano stati quattro i procedimenti. Un numero in linea con quello che era accaduto dodici mesi prima. Il giorno dopo la morte del bracciante agricolo c’è un cambio di passo. Si volta pagina ed è una linea di confine.
In quattro mesi viene registrato un boom di iscrizioni per reati legati al caporalato. Fino a metà novembre si quadruplicano, si arriva a 18. Segno che gli appelli lanciati hanno portato a dei risultati concreti. Anche le forze dell’ordine oltre che le organizzazioni sindacali avevano messo in luce questo aspetto e in tanti avevano evidenziato la svolta «culturale» del dopo Satnam. Un effetto che ha portato alcuni stranieri ad uscire allo scoperto e a chiedere alla Procura l’esercizio dell’azione penale.
Lo scorso settembre il Procuratore Giuseppe de Falco e il pubblico ministero Marina Marra, (titolare dell’inchiesta sulla morte del bracciante) erano stati ascoltati in Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla tutela della salute e della sicurezza dei luoghi di lavoro e avevano ricostruito la situazione nel territorio pontino. Come aveva sottolineato in occasione del bilancio di fine anno anche il Comandante Provinciale dei Carabinieri il colonnello Christian Angelillo, una delle valide strategie per contrastare il caporalato è quello di segnalare le aziende agricole che non rispettano le regole a chi eroga i fondi. «Oltre a quello dei controlli anche questo è un deterrente significativo» aveva detto.
L’aumento delle denunce e dei procedimenti è indicativo su un cambiamento radicale. Intanto dopo che la Procura ha esercitato l’azione penale e ha chiesto il giudizio immediato per Antonello Lovato, datore di lavoro di Satnam Singh, sarà fissata la data del processo in Tribunale a Latina. La difesa sta valutando l’eventuale scelta di riti alternativi. Nei confronti di Lovato viene contestato l’omicidio volontario con il dolo eventuale. Dallo scorso 2 luglio è in carcere.
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